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Un’occasione per esprimere la visione del futuro di due città unite dalla storia, ma separate da decenni, rischia di restare parzialmente disattesa. È la valutazione della consigliera regionale Serena Pellegrino (AVS) a margine della riunione dell’Ufficio di Presidenza della V Commissione dedicata all’avanzamento del programma “Go! 2025”. Secondo Pellegrino, la partecipazione al progetto comune tra le due città, sostenuta da cospicui finanziamenti provenienti da Regione, PNRR e altre fonti, dovrebbe rappresentare un’occasione per superare le fratture culturali e sociali lasciate da un confine che ha diviso Gorizia e Nova Gorica per oltre mezzo secolo. “È la possibilità – ha detto – di ricostruire un’identità transfrontaliera forte, ma ad oggi camminando per la città poco si avverte lo spirito di un evento che doveva attirare l’attenzione dell’Europa intera”. Pur riconoscendo l’impegno comunicato dal sindaco e dall’assessora, Pellegrino ha lamentato l’assenza di una visione organica capace di trasformare l’enorme investimento in un volano di sviluppo duraturo. “Non si è imparato abbastanza da esperienze come Matera 2019. Il tempo sembra aver colto impreparati gli amministratori locali. Le risorse impiegate non stanno gettando le basi per una vera economia culturale”. Tra le criticità evidenziate: immobili vuoti o in rovina, commercio in sofferenza, spazi pubblici trascurati. Inoltre, molte delle domande poste dalla consigliera in merito a progetti per l’occupazione giovanile, la rigenerazione urbana, il potenziamento universitario e il turismo culturale, sono rimaste senza risposta. Unico chiarimento arrivato, quello sul passaggio ciclo-pedonale della galleria Bombi, che sarà accessibile fuori dagli orari di proiezione artistica. Ancora incerta, invece, l’attivazione del campo dell’aeroporto Duca d’Aosta, dove i lavori sono rallentati dai ritrovamenti bellici. “Gorizia – ha concluso Pellegrino – ha un potenziale straordinario e merita di più. Una Capitale della Cultura deve essere viva, accessibile, coinvolgente. E oggi, questo, ancora non lo è”.
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