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Fratelli d’Italia chiede alla Regione Emilia-Romagna di fare piena luce sull’ipotesi, emersa nei giorni scorsi, di richiedere la restituzione dei ristori erogati alle strutture sanitarie private convenzionate nel 2020, durante la fase più acuta dell’emergenza pandemica. La richiesta arriva attraverso un’interrogazione firmata dai consiglieri regionali Giancarlo Tagliaferri, primo firmatario, e Marta Evangelisti, dopo la pubblicazione di un articolo su Il Resto del Carlino (edizione Bologna del 28 luglio) che ha acceso i riflettori su un possibile passo indietro della Regione.
Secondo quanto riportato dal quotidiano, il presidente dell’Aiop Emilia-Romagna avrebbe riferito che Michele de Pascale, presidente della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria (CTSS) ed ex sindaco di Ravenna, avrebbe avanzato la richiesta di restituzione di circa 80 milioni di euro ricevuti dalle strutture convenzionate. Sempre secondo Aiop, si tratterebbe di una scelta che, qualora concretizzata, non solo sarebbe priva di solide basi giuridiche, ma avrebbe anche un impatto fortemente destabilizzante sul sistema sanitario integrato della Regione, al punto da spingere l’associazione a valutare azioni legali per tutelare le proprie strutture associate. Attraverso l’atto ispettivo, Tagliaferri ed Evangelisti chiedono alla Giunta di chiarire quali siano le ragioni specifiche, giuridiche e politiche, che giustificherebbero la richiesta di restituzione, e se effettivamente la Regione stia valutando, anche su impulso della CTSS, la revoca della delibera con cui furono erogati quei fondi. Vogliono sapere inoltre se sia già stata predisposta una valutazione sulle possibili conseguenze legali ed economiche di un’eventuale revoca, alla luce delle reazioni annunciate da Aiop, e quale sia l’ammontare esatto delle somme versate e certificate tra marzo e agosto 2020. Infine, la forza politica chiede se la Regione intenda confermare il modello di sanità integrata pubblico-privata attualmente in vigore e quali azioni intenda mettere in campo per garantire un rapporto costruttivo con gli enti privati accreditati, evitando conflitti che rischiano di minare la tenuta complessiva del sistema sanitario regionale. Tagliaferri ed Evangelisti sottolineano la necessità di trasparenza e coerenza: “Non si può prima sostenere un modello e poi rimetterne in discussione le fondamenta. Serve una linea chiara e responsabile, che tuteli i cittadini e non penalizzi chi ha garantito assistenza anche nei momenti più difficili”.
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