MONFALCONE - Francovig: “Le navi siano costruite con i più alti criteri di sicurezza, non solo ‘a norma’”

La costruzione delle navi, così come avviene oggi, garantisce davvero la salute e la sicurezza di chi le realizza? È la domanda al centro della riflessione di Luigino Francovig, che in una nota richiama con forza l’attenzione sui materiali utilizzati, sugli indumenti protettivi, sulle regole di comportamento e, soprattutto, sulla trasparenza delle analisi. “Amianto mai più – sottolinea Francovig – e invece oggi ci troviamo di fronte a nuove sostanze come le fibre artificiali vetrose, anch’esse potenzialmente cancerogene. Non basta dire che i progetti rispettano le norme vigenti, perché quelle norme sono datate e fissano valori troppo bassi rispetto alle conoscenze scientifiche attuali”. Francovig evidenzia la mancanza di verifiche indipendenti e di documentazione tecnica accessibile al pubblico: “Terzo significa indipendente dagli interessi aziendali, competente significa basarsi sui dati migliori e aggiornati, trasparente significa rendere pubblici relazioni e analisi, non solo sintesi”. Richiamando la memoria collettiva sull’amianto, Francovig rimarca la gravità del tema: “Se non possiamo dire con piena consapevolezza che le navi vengono progettate con i criteri di sicurezza scientificamente più avanzati, allora anche salute pubblica, ambiente e sviluppo poggiano su basi fragili”. Alla luce della recente convenzione tra Fincantieri e l’Università La Sapienza per lo sviluppo di ricerche sui materiali, Francovig ritiene indispensabile aprire una discussione politica convocando il Consiglio comunale e il Tavolo permanente dell’amianto, affinché il tema diventi oggetto di un confronto ampio e condiviso. “La costruzione di una nave – conclude – deve essere un’opportunità per la ricerca, l’innovazione e il Paese intero. Non è un affare per pochi, ma una sfida da affrontare alla luce del sole, con metodo e responsabilità”.