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Duro intervento del capogruppo di LiberAnagni, Luca Santovincenzo, dopo il forum svoltosi in Sala della Ragione e organizzato dalla Presidenza del Consiglio: «Ho accettato l’invito per dovere istituzionale ed ho seguito con attenzione i lavori, sui quali ritengo giusto esprimere alcune considerazioni», afferma il consigliere comunale che punta il dito contro l’impostazione politica emersa dall’iniziativa. Secondo Santovincenzo, «dietro il velo dell’espansionismo utopico promosso con il titolo ambizioso dell’evento si è colto un approccio politico fondato sulla strategia della paura» e la visione della maggioranza sarebbe «subalterna, puramente ideologica e intrisa del loro consueto fatalismo sul futuro del territorio», con Anagni descritta come «il cuore di un nuovo concetto di Rimland, una “terra di frontiera” che attende le opportunità derivanti da scelte altrui e, oggi, dal contesto di tensioni internazionali e dalle politiche di riarmo». Una lettura che Santovincenzo respinge con decisione: «Personalmente non credo nei destini obbligati, men che meno in quelli dettati dalla paura. E sono convinto che nessun imprenditore possa permetterselo». Nel mirino finisce anche il costo economico e sociale del riarmo: «Il riarmo ha un prezzo concreto: pesa sulle famiglie e sulle imprese, su un’economia che cresce meno della media europea e su settori strategici come sanità, formazione e sicurezza interna». E aggiunge che dall’inizio del conflitto in Ucraina «chi produce, chi investe e chi lavora affronta caro prezzi, pressione fiscale e riduzione dei servizi», mentre la storia del Paese dimostrerebbe che «rincorrere la logica delle grandi potenze militari produce l’effetto opposto a quello desiderato». Per Santovincenzo, accettare questa impostazione significa «impoverire i cittadini e penalizzare gli imprenditori, mettendoli in competizione per risorse sempre più scarse», riducendo l’attrattività dei territori e la possibilità di pianificare il futuro. La strada giusta, invece, secondo il capogruppo, è un’altra: «Una politica responsabile deve fare l’opposto: garantire stabilità, certezze, servizi e crescita», costruendo un futuro favorevole «non solo a uno» ma a tutti i comparti produttivi. Da qui la proposta alternativa per Anagni: «Valorizzare il patrimonio architettonico e ambientale con progetti ambiziosi che migliorino la qualità della vita e siano funzionali a politiche turistiche espansive» e rilanciare l’economia partendo dal patrimonio comunale. Centrale, in questa visione, è l’ex Polveriera militare: «La proposta è trasformare il sito in un polo sanitario, universitario e di ricerca in grado di generare un indotto trasversale nei servizi e nelle tecnologie», un progetto che Santovincenzo definisce «grandemente vantaggioso» e coerente con l’investimento di Novo Nordisk. Proprio su questo punto arriva l’attacco più diretto alla maggioranza Natalia: «Da quell’investimento le casse del Comune hanno ricavato quasi 4 milioni di euro e un’amministrazione lungimirante avrebbe dovuto pianificare per tempo interventi coerenti», mentre invece «a giugno ha vincolato l’area della Polveriera a progetti improvvisati e privi di rilevanza pubblica» e in Consiglio ha annunciato «l’incameramento delle risorse di Novo Nordisk, destinandole a bilancio per una generica “manutenzione straordinaria del territorio”, senza programmazione e senza una strategia di crescita». Per il capogruppo di LiberAnagni «questa non è solo negligenza amministrativa. Così non si costruisce il futuro, né per le imprese né per la città». La conclusione è un appello netto al cambiamento: «Anagni deve cambiare marcia: non deve essere una Rimland da conquistare con gli opportunismi o da difendere con i missili, ma una Comunità che sceglie il proprio destino puntando su innovazione, servizi avanzati e visione», ribadendo che «è questa la strada che continueremo a perseguire, con coerenza e trasparenza, senza lasciarci condizionare dalle narrazioni distorte sul nostro lavoro».
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