Prima giornata di lavoro sul campo per Marco Consalvo, nuovo presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, che ha scelto di inaugurare il proprio mandato con una visita diretta ai principali cantieri PNRR, in particolare quelli del molo settimo e del molo ottavo. Una scelta tutt’altro che casuale, perché fin da subito il presidente ha voluto verificare lo stato di avanzamento delle opere strategiche per l’ammodernamento dello scalo. «I lavori al molo settimo stanno andando molto bene, mentre per quanto riguarda il terminal di Servola e il molo ottavo si dovranno sbloccare gli investimenti», ha dichiarato. Nei prossimi giorni, come da prassi, sono già previsti anche incontri con gli operatori portuali, con l’obiettivo di raccogliere osservazioni, prospettive progettuali e, soprattutto, le principali criticità operative. Nel corso della conferenza stampa, il presidente ha più volte rimarcato come, pur partendo da un sistema portuale riconosciuto a livello nazionale come modello di riferimento, non ci si possa permettere di rimanere fermi. L’eredità lasciata dal predecessore Zeno D’Agostino è definita importante, ma il contesto internazionale impone un costante aggiornamento dei modelli portuali, sia sotto il profilo infrastrutturale che sotto quello organizzativo. Proprio per questo, uno dei punti centrali dell’intervento di Consalvo ha riguardato il tema degli investimenti, strettamente legato a quello della logistica e dell’impianto strutturale complessivo. Il presidente ha infatti sottolineato come la capacità competitiva dei porti di Trieste e Monfalcone si giochi soprattutto su questi fronti, che rappresentano la vera chiave per intercettare i flussi internazionali. Non è mancato il riferimento al ruolo strategico del capoluogo giuliano: «Trieste ha il suo punto di forza principale nella sua strategicità territoriale, che l’ha eletta a porto più internazionale d’Italia», ha affermato. La parola d’ordine per i prossimi anni sarà ammodernamento. Come spiegato dal presidente, sarà proprio questo il parametro principale attraverso cui, nel medio periodo, verrà valutata l’efficacia dell’azione di governo dell’Autorità portuale: risultati che non si misurano nell’immediato, ma che si costruiscono giorno dopo giorno. Resta intanto aperto anche il nodo della nomina del Segretario Generale, dopo lo sblocco della presidenza. Una partita che sarà affrontata nelle prossime settimane, una volta completata la prima fase di ricognizione. Il nuovo presidente porta con sé l’esperienza maturata alla guida dell’aeroporto del Friuli Venezia Giulia, un percorso che – come da lui stesso ricordato – è stato caratterizzato da una forte determinazione nel far decollare un’infrastruttura in cui inizialmente pochi credevano. Un metodo di lavoro fatto di atteggiamento operativo, concretezza e determinazione che intende ora trasferire anche nella gestione portuale.
Tra i dossier più rilevanti spicca senza dubbio quello del Terminal di Servola, per il quale non è previsto soltanto l’ampliamento delle banchine in base al Piano regolatore, ma anche un deciso potenziamento dell’accessibilità sia ferroviaria sia stradale, elemento ritenuto decisivo per lo sviluppo futuro. Nel corso dell’intervento non sono mancati i ringraziamenti istituzionali al ministro Matteo Salvini, al viceministro Edoardo Rixi, al commissario Donato Liguori e al sub-commissario Pierpaolo Danieli, per il lavoro svolto nella fase di vacatio, definito straordinario pur nei limiti dell’ordinaria amministrazione. Il presidente ha inoltre ricordato di essere reduce dall’incontro nazionale di Assoporti, nel quale si è fatto il punto sul complessivo sistema delle autorità portuali italiane e sul progetto di riforma attualmente in fase di elaborazione, che – è stato sottolineato – non dovrebbe incidere sull’autonomia delle singole realtà portuali. Grande attenzione, infine, ai temi dell’innovazione tecnologica e della sostenibilità ambientale. Da un lato la trasformazione green, con il completamento dell’elettrificazione previsto entro marzo 2026 e con l’obiettivo di sviluppare forme di autoproduzione energetica; dall’altro la sfida della digitalizzazione, con l’ingresso dell’intelligenza artificiale nei processi portuali per semplificare gli accessi e rendere più efficienti le operazioni.
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