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Il Governo taglia il fondo da 20 milioni di euro a Radio e tv:

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ITALIA - Taglio dei contributi alle tv e radio locali: Salvini e tutta la Lega pone lo stop politico al governo in difesa del nostro comparto.

Aggiunto il: 14/12/2025
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Si accende lo scontro politico sui finanziamenti all’emittenza locale all’interno della manovra di bilancio. Al centro del confronto c’è l’ipotesi di tagliare circa 20 milioni di euro ai contributi destinati a tv e radio locali, per reperire risorse da destinare ad altri capitoli di spesa nel settore dell’editoria. Secondo quanto emerso nel dibattito parlamentare, una parte della maggioranza spinge per accentrare i fondi pubblici sull’editoria nazionale, riducendo quelli destinati alle emittenti locali, considerate meno strategiche in una fase di forte razionalizzazione della spesa. Una linea che trova però la netta opposizione della Lega, che ha messo un primo stop politico all’operazione. Il partito di Matteo Salvini si è infatti schierato contro qualsiasi riduzione dei contributi all’emittenza territoriale, sottolineando il ruolo centrale che tv e radio locali svolgono nell’informazione di prossimità, soprattutto nelle aree periferiche del Paese. Un fronte che, di fatto, contrappone la Lega a quella che viene definita, anche polemicamente, una linea più vicina agli interessi dei grandi gruppi editoriali nazionali, a partire da Mediaset. Il nodo riguarda una somma relativamente contenuta nel bilancio complessivo dello Stato, ma cruciale per la sopravvivenza di molte emittenti locali, già messe a dura prova dall’aumento dei costi energetici, dal calo della pubblicità e dalla transizione al digitale. Per molte radio e televisioni del territorio, quei contributi rappresentano una quota essenziale per garantire informazione, occupazione e presidio democratico. Nel confronto interno alla maggioranza, il sottosegretario all’Editoria Alberto Barachini è chiamato a tenere insieme posizioni molto distanti, mentre le opposizioni osservano con attenzione un braccio di ferro che rischia di trasformarsi in un nuovo caso politico. Il timore, espresso da associazioni di categoria e operatori del settore, è che un eventuale taglio possa produrre chiusure, licenziamenti e un impoverimento dell’informazione locale, con effetti diretti sulla pluralità delle voci e sulla qualità del racconto dei territori. Il dossier resta aperto e il confronto proseguirà nelle prossime settimane, ma il messaggio arrivato dalla Lega è chiaro: i fondi alle tv e radio locali non si toccano. Una posizione che rende più difficile una redistribuzione delle risorse e riapre il dibattito sul rapporto tra politica, grandi gruppi editoriali e informazione di prossimità. Con un dubbio: si vogliono finanziare giornali amici di area che in edicola stanno lì a ingiallire ma i cui titoloni vengono utili nelle rassegne stampa con le relative ospitate dei soliti direttori zerbini?

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