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BOLOGNA - Fratelli d’Italia chiede chiarimenti alla Regione sull’attuazione della legge 194 e sulle attività di prevenzione

Aggiunto il: 15/12/2025
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Fare chiarezza sulle politiche di prevenzione dell’interruzione volontaria di gravidanza e sull’effettiva applicazione della legge 194 del 1978 in Emilia-Romagna. È questo l’obiettivo dell’interrogazione presentata in Regione da Priamo Bocchi (Fratelli d’Italia), sottoscritta anche dai consiglieri Marta Evangelisti e Luca Pestelli, che punta a fare luce sulle attività svolte dai consultori, dai servizi sociali e dal sistema sanitario regionale. Come ricordano i consiglieri di FdI, nel mese di ottobre 2025 la Regione ha pubblicato la Relazione sull’IVG relativa ai dati del 2024, dalla quale emerge un ulteriore calo del numero delle interruzioni volontarie di gravidanza, passate dalle 5.936 del 2022 alle 5.856 del 2023 fino alle 5.731 del 2024. Un dato che, secondo Bocchi, va però letto insieme ad altri elementi non esplicitati nella Relazione, come il continuo calo della natalità e la riduzione della popolazione femminile in età fertile. “Com’è noto, l’articolo 5 della legge 194 del 1978 prevede che i Consultori e i Servizi Sociali concorrano alla rimozione delle cause che possono indurre la donna a ricorrere all’IVG”, sottolinea Fratelli d’Italia. Proprio la Relazione regionale, che evidenzia un’elevata percentuale di recidive, la non marginalità socio-economica della maggioranza delle donne coinvolte, il frequente ricorso a metodi contraccettivi falliti o non utilizzati e la rapidità dei percorsi, porta il gruppo a interrogarsi “circa l’effettiva attuazione delle misure di prevenzione previste dalla legge”, anche alla luce del largo utilizzo della contraccezione di emergenza, come EllaOne e Norlevo, disponibili senza ricetta. Bocchi ricorda inoltre che in Emilia-Romagna sono tuttora vigenti le “Linee di indirizzo per la tutela sociale della maternità e sull’IVG”, che delineano un modello integrato tra consultori, servizi sociali, distretti sanitari e Terzo settore, con l’obiettivo di offrire alla donna un progetto personalizzato di sostegno. Alla luce di questo quadro, l’interrogazione chiede alla Giunta regionale di chiarire quanti prodotti di contraccezione di emergenza siano stati forniti nel 2024 dai consultori o da altri presidi sanitari, quali motivazioni risultino registrate nella modulistica regionale per la richiesta di IVG nel 2024 e nei due anni precedenti, e quali azioni concrete siano state effettivamente realizzate per esaminare con la donna le possibili alternative all’interruzione di gravidanza. Tra i quesiti posti alla Regione figurano anche le ragioni per cui tali attività non risulterebbero riportate nella Relazione ufficiale e il numero di parti in anonimato registrati in Emilia-Romagna nel 2024 e nel biennio precedente. Un pacchetto di richieste che, nelle intenzioni di Fratelli d’Italia, mira a verificare se gli strumenti previsti dalla legge per la tutela della maternità e la prevenzione dell’IVG siano applicati in modo pieno e trasparente.

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