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MONFALCONE - Escavo del porto: Contratto per lavori verrą siglato da Regione entro fine mese

Aggiunto il: 20/11/2020
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Abbiamo intenzione, nonostante alcuni
rischi concreti per le finanze pubbliche, di stipulare comunque
il contratto con l'aggiudicatario entro la fine del mese. Si
tratta di un'opera di dragaggio importante per il Friuli Venezia
Giulia e la Regione, nonostante le difficoltà riscontrate in un
percorso ormai giunto al ventunesimo anno di età, crede in questo
progetto".

Lo ha sottolineato oggi l'assessore regionale alle Attività
produttive, Sergio Emidio Bini, durante i lavori della VI
Commissione consiliare, presieduta da Mara Piccin (FI) e riunita
in modalità telematica, riferendosi allo stato dell'arte
dell'escavo del canale di accesso al porto di Monfalcone.

Delegato dal governatore Massimiliano Fedriga, insieme al collega
titolare della Infrastrutture, Graziano Pizzimenti, Bini ha
risposto a una richiesta di audizione avanzata il 9 settembre da
una serie di consiglieri regionali con primo firmatario Diego
Moretti (Pd). Gli altri richiedenti erano stati invece i dem
Mariagrazia Santoro e Nicola Conficoni, Tiziano Centis
(Cittadini), Ilaria Dal Zovo e Cristian Sergo (M5S), Massimo
Moretuzzo (Patto per l'Autonomia) e Furio Honsell (Open Sinistra
Fvg).

Pizzimenti lo ha definito "un percorso molto complesso e
farraginoso lungo il quale qualcuno, invece di aiutare, ha
provocato ulteriori difficoltà che ci hanno portati fino a questo
punto. Ribadisco - ha aggiunto - che si tratta di un'opera
fondamentale e necessaria".

A inizio lavori, Moretti aveva ricordato una precedente audizione
tematica, datata 3 ottobre 2019, nel corso della quale "erano
stati annunciati sviluppi immediati e tempi procedurali a brevi
ma, per ora, non ci sono state novità. Vorremmo capire, pertanto,
a che punto siamo e cosa sia accaduto ma, soprattutto, se la
Regione Fvg crede ancora nel progetto, nonostante i quasi 20
milioni di euro legati all'opera".

Bini, dal canto suo, ha illustrato la lunga storia operativa
legata al dragaggio del canale di accesso al porto di Monfalcone,
iniziata nel 1999 e "caratterizzata anche da alcuni trasferimenti
di competenze e una Valutazione di impatto ambientale (Via)
accolta nel 2015 con progetto esecutivo approvato nel febbraio
2019, avendo superato tutte le prescrizioni presenti nella Via
nazionale".

"I problemi sono iniziati - ha aggiunto l'assessore Fvg alle
Attività produttive - allorché il Provveditorato per le Opere
pubbliche ha iniziato ad assumere una posizione diversa: non
esprimendosi mai tra il 2013 e il 2016, per poi evidenziare
osservazioni e precisazioni. Abbiamo risposto con le opportune
integrazioni e, in data 8 giugno 2019, indicendo anche una
procedura di gara con operazioni concluse il 26 maggio 2020,
mentre sono in fase di svolgimento tutti gli incarichi di
monitoraggio faunistico e ambientale, nonché le procedure di
affidamento dell'incarico del collaudatore tecnico".

Tuttavia, a oggi, il Provveditorato "non ha ancora espresso
parere in merito alla documentazione di approfondimento a un anno
dal nostro invio e ciò comporta incertezza sulla cantierabilità
dell'opera. Inoltre, la mancata sottoscrizione del contratto - ha
evidenziato Bini - complica e mette a rischio la copertura a
bilancio per gli anni successivi. Infine, all'orizzonte si
profila anche un passaggio di consegne tra la direzione centrale
Attività produttive e la direzione centrale Ambiente e quindi, a
partire dal 1 gennaio 2021, non ci occuperemo più di dragaggi".

Alle richieste di approfondimento da parte dei consiglieri
Santoro e Moretti "in merito all'inerzia da parte del
Provveditorato", gli uffici hanno parlato di "posizione di
contrarietà a prescindere, nonostante l'assenza di reclami e
l'attento controllo delle Autorità giudiziarie, tra competenze
vere e presunte". Infine, è stato lamentato "un forte ritardo nei
tempi di pronuncia", nonché "la volontà di portare la pratica su
un binario morto, nonostante non siano mai stati sollevati vizi o
criticità di natura ambientale".

Nel corso del dibattito sono intervenuti anche i consiglieri
regionali Giuseppe Nicoli (FI), Antonio Calligaris e Lorenzo
Tosolini (Lega). Calligaris ha parlato esplicitamente di "una
guerriglia continua che ha provocato questo muro di gomma che
tiene lontano il risultato finale: il migliore utilizzo del porto
di Monfalcone". Secondo Tosolini, invece, trattasi di "problema
politico per risolvere il quale serve un confronto Stato-Regione
al più alto livello possibile. Ormai si è perso anche troppo
tempo e una soluzione va trovata in fretta".

Il forzista Nicoli ha concordato sull'origine del problema,
aggiungendo che "lo Stato vede la Regione Fvg come un semplice
soggetto attuatore nel campo delle infrastrutture. Perciò è
necessario prendere il pallino in mano per riappropriarci del
nostro ruolo in tema di pianificazione perché, se queste opere
non verranno realizzate, cadrà anche una serie di preziose
opportunità. È in gioco buona parte della nostra autonomia
regionale".

In fase di replica finale, l'assessore Bini ha ricordato che "il
6 agosto 2020 il governatore Fedriga ha preso carta e penna per
scrivere al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola
De Micheli, presentando la problematica, oltre alla causa
ostativa e rallentante. Abbiamo fatto quello che dovevamo fare,
rivolgendoci al ministro competente per smuovere la situazione".

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