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TRIESTE - Arrestato per spaccio di cocaina. Con se aveva 30 grammi.
In risposta alla notizia dei giorni scorsi secondo cui il Sindaco avrebbe discusso con il Rettore la possibilità di insediare nell’ex campo profughi di Padriciano attività Universitarie, Adesso Trieste si dichiara in forte disaccordo con questa possibilità. Posto che l’Università necessiti di nuovi edifici per l’espansione delle facoltà visto l’aumento degli iscritti, aree ed edifici su cui concentrare l’interesse per queste destinazioni in centro a Trieste non mancano, tanto più che alcune sono già in mano pubblica e comporterebbero solo costi inerenti le urbanizzazioni e le ristrutturazioni edilizie: San GIovanni o la Caserma di via Rossetti, ma anche il Porto Vecchio, la cui destinazione d’uso universitaria potrebbe concorrere in modo rilevante alla trasformazione del sito.
“La proposta di utilizzare l’ex Campo Profughi a fini universitari non è idonea per tutta una serie di ragioni - dichiara William Starc, aderente ad Adesso Trieste, ex dirigente pubblico ed esperto di urbanistica - la prima delle quali sta nel fatto che nel corso degli ultimi 25 anni l’Università ha localizzato le sue facoltà, sia fuori Provincia che in parti diverse della città, senza una logica di piano organico. Va ricordato che la presenza di una sede universitaria oltre ad essere fonte di prestigio per una città, con la presenza di docenti nelle diverse discipline scientifiche ed umanistiche è pure fonte di arricchimento culturale per la comunità residente, genera economia sotto diversi punti di vista, occupazione qualificata, brevetti, investimenti, ecc. Quanto più gli edifici universitari sono localizzati nell’ambito urbano, tanto più ci sono occasioni di relazione tra docenti, studenti, soprattutto per quelli provenienti da fuori sede, e residenti. Le attività commerciali, quali ristorazione, distribuzione, mercati e affitto di appartamenti e stanze traggono vantaggio fornendo beni e servizi a coloro che frequentano l’Università”.
“La Provincia di Trieste ospita prestigiosi Istituti scientifici fuori dall’ambito urbano che è sempre più urgente integrare nelle grandi scelte strategiche della Trieste del futuro. Concentrare nuove iniziative anche nella cinta urbana, per esempio in Porto Vecchio, è la strada migliore per avvicinarli alla comunità e i centri decisionali" - prosegue Leo Brattoli, candidato al Consiglio Comunale. “Adesso Trieste ritiene che parlare di espansione ulteriore dell’Università a Trieste sia una occasione per ridefinire le modalità con le quali affrontare lo sviluppo della filiera dell’istruzione superiore che comprende non solo le discipline universitarie ma pure gli istituti scientifici e di ricerca che operano nel nostro territorio, usando i finanziamenti PNRR”.“Inoltre - aggiunge Giulia Massolino, capolista al Consiglio Comunale - la localizzazione di sedi universitarie in ambito urbano, consente di utilizzare in modo ottimale le linee di trasporto pubblico esistenti, senza dover apprestare linee appositamente dedicate, con aggravi di costi di esercizio e di spesa per gli utenti”.
“Considerare l’area dell’ex Campo profughi di Padriciano, come sede per la futura espansione dell’Università, significa seguire una logica che intende l’Istituzione Universitaria separata dalla contaminazione generata dalla localizzazione in ambito urbano, con un incremento dei costi di gestione, dovuti alla realizzazione di servizi esclusivi per la stessa, e l’aggravio dei tempi per il trasferimento dalla città alla nuova sede, più traffico, più inquinamento, più consumo di suolo, elementi che non sono in linea con gli assunti per la transizione ecologica e uno sviluppo sostenibile. - Conclude Riccardo Laterza, candidato Sindaco per Adesso Trieste - Per l’area, Adesso Trieste ritiene che sia più opportuno utilizzare il comprensorio a finalità collegate al contesto locale, per l’insediamento di attività economiche compatibili con l’ambiente carsico, come da rivendicazioni inascoltate dalle amministrazioni che si sono succedute finora. E per farlo è necessario partire dal coinvolgimento di chi risiede in quella zona, comunità che è stata, invece, in nessun modo coinvolta nelle trattative con l’Università.”
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