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L’ESTREMISMO DELLA LEGA (E DEL SINDACO CISINT) METTE A RISCHIO LO SVILUPPO ECONOMICO DELLA NOSTRA AREA

Elaborato del Consigliere Comunale di Fabio DelBello di Monfalcone
Aggiunto il: 13/01/2019
Visualizzazioni: 318

Elaborazione sintetica per una approfondita critica politica articolata su cinque tematiche

IL NEONAZIONALISMO ED IL SOVRANISMO LEGHISTA: UN
DANNO ECONOMICO PER L’AREA VASTA NORDADRIATICA
Se nelle elezioni europee della prossima primavera prevarranno i movimenti neonazionalisti e
sovranisti (in Italia in modo particolare la Lega a trazione salviniana) il rischio è quello di
innalzare nuove frontiere insormontabili verso il traguardo dell’unione monetaria, bancaria e
politica, creando blocchi contrapposti tra i Paesi virtuosi e quelli che non lo sono, in primo
luogo l’Italia del debito pubblico stellare e dalle tentazioni demagogiche della sua attuale
classe politica dirigente. Stabilito che la leva fondamentale dello sviluppo economico dell’Area
vasta adriatica orientale (ed in sostanza del Friuli Venezia Giulia intero, ma con particolare
riguardo alle sue aree orientali) sta nella Piattaforma logistica regionale (e transfrontaliera)
ed in particolar modo nel Porto (franco) di Trieste-Monfalcone, il progredire dell’Unione
europea sta iscritto nel Dna storico di questi territori poiché tale Piattaforma logistica non è
tanto al servizio dell’Italia ma dell’Europa centrale ed in prospettiva anche di quella
settentrionale baltico/scandinava. I nazionalisti vecchi e nuovi non hanno ancora capito o
meglio non vogliono capire la lezione del 1918 (nonché quella insuperata di Angelo Vivante,
l’economista e politico triestino che sognava una Europa plurale) e la inesorabile decadenza di
Trieste e della Regione Giulia intera, nonché il fatto che sono state le Partecipazioni statali
(cioè l’assistenzialismo pubblico statale) a tenere in vita nel Novecento l’economia giuliana di
cui il Cantiere navale statale di Monfalcone è stato ed è tuttora l’emblema paradigmatico.
L’emancipazione dell’Area adriatica orientale dall’eterodipendenza economica ed un suo
possibile sviluppo per via endogena potrà avvenire solo in un contesto europeistico molto
spinto ed i primi segni, per chi sa vedere, si riscontrano da alcuni anni proprio a Trieste e nel
suo Porto, già ora il primo in Italia per quantità merceologiche nonché il primo porto
ferroviario nazionale (la cura del ferro del presidente dell’Autorità portuale Zeno

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D’Agostino). Certamente un piano del genere, restituendo alla portualità giuliana la centralità
dei traffici che non ha più avuto dagli inizi del Novecento ed anzi incrementandoli in direzione
Far East e NordEuropa, condurrebbe verosimilmente in un paio di decenni l’area urbana
Trieste-Monfalcone ad una dimensione metropolitana con una forte crescita demografica ed
una rilevante mutazione socioculturale e gli asset base dell’innovazione sarebbero tutti
nell’Economia del mare ovvero nella portualità, nel manifatturiero tecnologicamente
avanzato indotto dalla stessa, dalla nautica e da quello che rimarrà della cantieristica nonché
dalla balneazione estiva e dalla pesca, asset storici dell’Area alto adriatica.

UNA FALSA NARRAZIONE CHE SCATURISCE DALLA
STRUMENTALIZZAZIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO
Gli stranieri a Monfalcone (oltre il triplo della media nazionale) sono tutti immigrati
economici (né clandestini, né richiedenti asilo) la cui presenza è regolata da una Legge del
2002, la 189, promulgata dal Centrodestra (allora forzaleghista) per favorire le imprese. Per
coprire questa incontestabile responsabilità del proprio partito di riferimento, localmente la
Destra (la Lega a trazione salviniana in particolare) ha strumentalizzato il disagio della
popolazione locale per una immigrazione non regolamentata facendo la faccia feroce con i più
deboli. Si è così inventata una falsa narrazione che imputa la cosiddetta invasione alle
precedenti maggioranze municipali di Centrosinistra (sindaci Pizzolitto ed Altran) le quali, a
detta del Sindaco Cisint, avrebbero amministrato male nell’ultimo ventennio. Niente di più
falso anche perché tutte le principali azioni amministrative condotte a termine nel biennio
2016-2018 (Municipio, Museo della Cantieristica, bretelle stradali, sistemazione del Litorale)
sono state programmate ed avviate dalla precedente Amministrazione, l’attuale le ha concluse
ed inaugurate in un normale iter di continuità amministrativa anche se l’attuale Sindaco ha
cercato in modo maldestro e strumentale di intestarsi i meriti. Tutto il resto (feste, pulizia
delle strade, nonché i controlli che peraltro si facevano anche prima ma con maggior
discrezione e poi le multe, il tutto proprio di una realtà complessa e difficile ed esibito come
orgogliose prove muscolari nei confronti dei settori più deboli della società civile) è ordinaria
amministrazione in una cittadina di 30mila abitanti che in realtà ha i problemi di una citta di
300mila abitanti. Un tanto peraltro non è mai stato compreso a sufficienza dalle Istituzioni
sovraordinate!

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LE INNOVAZIONI FONDAMENTALI REALIZZATE DAL
CENTROSINISTRA MONFALCONESE
Nell’arco temporale di un quarto di secolo, le innovazioni fondamentali indotte dall’azione di
governo municipale (con un respiro di Area vasta mandamentale) si possono incasellare in
cinque grandi sottoinsiemi: a) la diversificazione industriale nell’ambito dello sviluppo
dell’Economia del mare. Ovvero per accumulazione quantitativa (tra il Novecento ed il
Duemila) e per salto qualitativo (dagli anni dieci del Duemila) si è sviluppato a Monfalcone il
terzo Distretto della Nautica cantieristica nazionale (dopo quelli storici di Viareggio e di
Fano) con una forte espansione occupazionale diretta e dell’indotto; il Porto si è inoltre
confermato come il secondo scalo in Regione e, pur con dei ritardi (Piano regolatore, escavo e
governance incerta), è pronto per la fusione con Trieste (ridiventato “franco” grazie all’azione
del Centrosinistra) nella grande Piattaforma logistica regionale; b) una eccezionale azione di
recupero e rivitalizzazione del rione di Panzano, uno dei Villaggi operai più importanti in
Italia: accanto alle case di civile abitazione sono stati recuperati due gioielli architettonici (l’ex
Albergo impiegati e l’ex Albergo operai) e l’impianto sportivo Cosulich; c) E’ stato realizzato
uno splendido Spazio Culturale Polifunzionale Urbano che non ha eguali nella fascia dei
Comuni italiani tra i 20 ed i 30 mila abitanti: il Teatro comunale; la Biblioteca comunale
collegata con il Sistema Bibliotecario del Consorzio Culturale del Monfalconese; la Galleria
espositiva di Arte contemporanea con Sala Polifunzionale; il Sistema museale (in fieri, è stato
per ora aperto l’unico Museo della Cantieristica in Italia); il Centro Giovani/Anziani; il
restauro del Municipio ottocentesco e dello storico Palazzetto Veneto; d) è stata attuata in
concerto tra Comune e Provincia una politica scolastica di successo che: ha consolidato il
Liceo cittadino (Michelangelo Buonarroti) con cinque indirizzi (scientifico, scienze applicate,
linguistico, classico, sportivo) ed un auditorium, ha realizzato l’accorpamento di un Istituto
Tecnico (Brignoli-Einaudi/Marconi) pluri-indirizzo agro/industriale/logistico/commerciale, ha
impiantato su Monfalcone e Grado un Istituto Tecnico/professionale (Sandro Pertini) che
abbraccia tutte le sfere dell’economia del mare monfalconese e gradese; sono stati
riorganizzati in città due Istituti comprensivi ed aperti due Asili nido; e) è stata attuata una
epocale bonifica sia delle acque del Golfo (premessa indispensabile per successive migliorie
nel Litorale) sia del Lisert: ciò ha reso possibile il recupero delle storiche Terme romane, le
uniche terme di acqua carsica e risalenti, con periodiche interruzioni, al periodo repubblicano
dell’epoca romana (primo secolo a.c.).

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L’INTOLLERANZA RELIGIOSA ED IL NEGAZIONISMO DELLA
LEGA E DI CISINT: UNA REGRESSIONE PLURISECOLARE
Nella sua intervista di fine anno in riferimento al progettato Centro socioculturale polivalente
islamico (non una moschea tout court), il Sindaco ha affermato avventatamente: la moschea
non si deve fare perché è contraria alla legge italiana. In primo luogo va ribadito che non esiste
nel nostro ordinamento nessuna legge che vieti l’erezione di moschee sul territorio nazionale,
infatti la prima moschea in Italia è quella di Catania e risale al 1980 mentre quella di Roma è
la più grande d’Europa. Attualmente in Italia ci sono dieci moschee ed oltre un migliaio di
luoghi di culto islamici (che fungono pure da centri di incontro socioculturale, così è a
Monfalcone). Tre sono gli articoli della nostra Costituzione che si occupano della libertà
religiosa. Il 12/5/18 lo stesso Sindaco dichiarava sulla stampa locale che l’Islam non è
formalmente una religione. Il negazionismo, in riferimento alla possibilità di esercitare il culto
islamico o addirittura alla stessa religione, è un fatto gravissimo e regressivo, portatore di
intolleranza religiosa e che viene calato dall’alto, cioè dalla leadership (di un Comune in
questo caso), seminando una regressione civile plurisecolare e fomentando indirettamente la
possibile radicalizzazione in senso fondamentalista di coloro che sono vessati. Un pericolo
gravissimo per la coesione sociale, dato che l’insediamento islamico a Monfalcone (come in
molti altri Comuni industriali) è verosimilmente destinato a radicarsi in virtù degli Atti
legislativi parlamentari che portano la firma del precedente leader della Lega Nord. Il bluff
degli estremisti locali salviniani va svelato e spiegato ad un’opinione pubblica frastornata!

UNA DESTRA ESTREMISTA DI MASSA: FATTO INEDITO
DOPO IL FASCISMO, DA SUPERARE QUANTO PRIMA
Il dato storico-politico di fondo è che in Italia (2018), ma con Monfalcone (2016) a fare da
battistrada, si è affermata dopo la caduta del fascismo (1943) una Destra estremista di massa
e di governo democraticamente eletta. Da noi è evidente il filo nero che collega questa Destra
al fascismo giuliano di confine (allora antislavo ed antiebraico, oggi anti-immigrati pur se qui
residenti in virtù di un provvedimento legislativo della Destra stessa, la L. 189/02). Dirimente
la questione stranieri-immigrati: il raddoppio dei consensi elettorali della Lega intercettato
dai sondaggi (da marzo a fine 2018) è in larghissima parte imputabile alla propaganda
sfrenata e spudorata su questo tema (con il corollario di una antistorica battaglia
antieuropeista); i consensi ottenuti a Monfalcone a fine 2016 (e l’altissima astensione degli
elettori: il 50% degli aventi diritto) sono stati direttamente proporzionale al massiccio afflusso

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migratorio (particolarmente quello bengalese) che ha avuto un forte e progressivo incremento
proprio nel primo e nel secondo decennio del Duemila. Il tutto in una cornice europea (i Paesi
di Visegrad ma anche in misura minore quelli occidentali) e mondiale (Stati Uniti, Brasile gli
esempi più eclatanti) dominata dalla xenofobia, dal rancore, dalla paura. E’ insomma l’onda
alta reazionaria. Si deve quindi agire nel locale ma pensare globale: si azzarda la previsione
che l’onda neroverde sia però destinata ad esaurirsi perché come tutti gli estremismi porta a
fallimenti epocali. Di tanto la società civile ne dovrà prendere atto, prima lo farà minori
saranno i danni a ogni livello economico e socioculturale.

OPPOSIZIONE MONFALCONESE
Redazione a cura di: Fabio DelBello

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