Ricordate la signora colpita da arresto cardiaco la scorsa estate in piazza Cavour a Monfalcone e morta prima dell’arrivo dell’autoambulanza, che ci mise tanto tempo ad arrivare, chi dice 20 minuti, chi 14 , comunque tempi infiniti per un arresto cardiaco e ben oltre il limite previsto dalla normativa: massimo 8 minuti in area urbana, e lì eravamo in pieno centro a Monfalcone. La signora era molto conosciuta in città, il ritardo dei soccorsi ebbe vasta eco, era il 29 luglio e pochi giorni dopo fu presentata un’interrogazione alla Giunta regionale da parte del consigliere regionale Walter Zalukar a cui si chiedeva conto di tanto ritardo.
Sono passati oltre 6 mesi e l’Assessore alla salute ha finalmente risposto :
“La chiamata è stata presa in carico alle h. 11.41 la prima codifica ha prodotto un codice di gravità giallo: 11:42 con gli astanti che riportavano presenza di attività respiratoria e di polso arterioso presente confermata da più persone. Viene allertato il mezzo ALS più vicino come da protocollo che è la v68 (ambulanza ALS più vicina - postazione Gradisca); allerta 11:43 con arrivo sul target alle ore 12:01 Durante il contatto viene segnalato (circa 10 min. successivamente alla chiamata) un peggioramento del quadro clinico con evidenza di arresto respiratorio e scomparsa del polso; come da dispatch si eleva il codice di gravità da giallo a rosso con simultaneo inizio della rianimazione cardiaca alle ore 11:51. Si allerta il mezzo più vicino (ambulanza BLS di Monfalcone), che arriva sul target a 4’ dall’arresto cardio respiratorio (11.55), seguito dall’automedica di competenza, con sede a Gradisca, che giunge sul posto alle 12.03 con manovre rianimatorie già in atto.”
All’epoca si era pensato ad un arresto cardiaco repentino e conseguente caduta a terra, quindi con scarsissime chance di sopravvivenza anche con soccorsi più rapidi, e vista anche l’età avanzata della vittima. Ma da quanto emerge dalla risposta dell’Assessore Rccardi, che si rifà alla documentazione della Centrale di Palmanova, non è andata come tutti credevano, la povera signora non è morta subito, è rimasta agonizzante a terra almeno 10 minuti in attesa di un soccorso che sarebbe arrivato troppo tardi. Forse poteva essere salvata se fosse stata inviata subito – e non 10 minuti dopo - l’ambulanza di Monfalcone, anche se di base il defibrillatore l’aveva e personale addestrato al suo uso. E poi risalta ancora una volta lo scippo dell’automedica di Monfalcone spostata a Gradisca, quando avrebbe potuto fare la differenza se fosse arrivata subito.
Potrebbe piacerti anche...
Non ci sono media correlati