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Moretton (ex PD): su riassetto istituzionale Fedriga si ricordi della storia dei nostri territori

Aggiunto il: 17/02/2019
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Uno dei punti più importanti del programma dell’attuale maggioranza regionale è la riforma della legge sulle unità territoriali intercomunali (Uti) lasciata in eredità dal precedente governo di centro sinistra. Si è trattato di una normativa fortemente contestata da una parte rilevante di Sindaci che in quel governo non avevano trovato un adeguato confronto ma solo parecchia prevaricazione.

Ora, pur essendo trascorsi molti mesi dall’insediamento del governo di centro destra che ha ribadito di voler procedere alla sostituzione delle contestate Uti, non c’è ancora una proposta definitiva. Allo stato attuale solo interventi di qualche politico di turno che parla a titolo personale o di quello che, dimenticandosi di ricoprire un ruolo super partes essendo Presidente del Consiglio regionale, fa boutade prive di approfondimento adeguato. Il risultato è che la confusione regna sovrana e che una delle più importanti problematiche per le autonomie locali rimane al palo senza visibile prospettiva.

È evidente che questa situazione mette in luce vari aspetti il primo tra i quale che non c’è una idea chiara della maggioranza sul da farsi; il secondo che le proposte empiriche fatte da vari consiglieri, sottolineano da un lato una evidente confusione e, dall’altro, la mancanza di un progetto condiviso. Fatto sta che questo modo di procedere mette a nudo l’incapacità di affrontare e risolvere il problema: non si è capito o  non si è voluto studiare la genesi che ha fatto nascere le Uti. Continuare a fare scelte politiche inconcludenti mette a rischio la credibilità della Regione oltre che aumentare l’insoddisfazione dei Sindaci e dei cittadini che vedono tradite le loro aspettative.

Il Presidente della Regione agisca dettando la linea alla sua maggioranza con una proposta che salvaguardi le ragioni storiche che hanno portato alla nascita della Regione e dei suoi organi sottostanti. Senza conoscere la storia delle nostre comunità e delle funzioni delle autonomie locali esistenti, non sarà possibile configurare una proposta serie e adeguata alle nuove esigenze partendo dalla necessità del contenimento della spesa pubblica.

Quindi, è d’obbligo evitare il proliferare di organismi pletorici e costosi come le Uti, sostituendoli con nuovi soggetti capaci di disegnare il territorio con strumenti che rappresentino i veri bisogni dei cittadini. In tal senso, è nelle possibilità di Fedriga trovare soluzioni condivise e quindi largamente accettate dagli amministratori locali.

Quello che è certo è che non potrà più aspettare altro tempo perché quello trascorso è abbondantemente scaduto.

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