RONCHI DEI LEGIONARI - Cisint presente alla cerimonia commemorativa dell'impresa di Fiume:

Alla cerimonia che ogni anno ricorda l'impresa di D'Annunzio, è stato il sindaco Anna Maria Cisint, a rompere un tabù e a rappresentare ufficialmente, per la prima volta nel 2017, il Comune di Monfalcone, sul cui territorio si trova il monumento che ricorda la partenza dei legionari verso Fiume.
Un appuntamento a cui Cisint non è mai mancata negli anni successivi e, per questo, a inizio di questo suo nuovo mandato ha inteso ribadire questa scelta e il suo significato: "Il richiamo all'italianità e all'amor di Patria da conservare e trasmettere". Protagonisti di quell'evento, assieme al "vate", i granatieri accasermati in quella che allora era denominata come Ronchi di Monfalcone, e proprio l'Associazione Nazionale dei Granatieri ha voluto coniare una targa, con il giuramento dei 7 promotori della marcia del 1919, che è stata donata al primo cittadino in segno di riconoscimento per l’impegno finora dimostrato. Che l'evento rappresenti una ferita per la sinistra non c'è dubbio, verso cui il sindaco Cisint replica in modo deciso: "Con la mia presenza voglio rivendicare che la storia, quella del Novecento in particolare, va pienamente rispettata e non può essere sottomessa alle partigianerie ideologiche che in queste terre di confine hanno portato a cancellarne pagine importanti. E’ il momento di rimarcare le nostre radici e la nostra identità - che per anni si è tentato ignobilmente di rimuovere - che contraddistinguono un territorio e le genti che lo abitano". Il riferimento è a D'Annunzio, ma anche al periodo dell'occupazione delle truppe jugoslave.
Secondo Cisint "Dobbiamo riconoscere gli eroi che si batterono per la nostra appartenenza italiana e le vittime della tragica stagione della quale si vuole cancellare questa appartenenza. Ecco perchè è importante la presenza alla cerimonia della Città di Monfalcone, a significare l'omaggio a questi eroi, a partire dai legionari e a tutte le vittime, emblematicamente rappresentate dal martirio di Norma Cossetto, diventata simbolo degli anni bui e tragici dell'occupazione titina".