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TRIESTE - Corecom. Bordin: "Giornalista mediatore fondamentale contro le fake news".

Aggiunto il: 20/12/2023
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"Il giornalista oggi ha una responsabilità maggiore rispetto al passato soprattutto tenendo conto dell'evoluzione che hanno avuto i mezzi di comunicazione a partire dall'avvento dei social. Un arrivo dirompente, visto che attraverso questo mezzo tutti comunicano di tutto, intervenendo
su contenuti che richiederebbero invece competenze specifiche". Così Mauro Bordin, presidente del Consiglio regionale del Fvg,
intervenendo a inizio lavori del webinar dedicato all'uso consapevole dei mezzi di comunicazione e al ruolo di mediazione del giornalista e del servizio pubblico radiotelevisivo e multimediale nel contrasto ai fenomeni di disinformazione e di
incitamento all'odio, organizzato dal Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom Fvg), in collaborazione con l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), l'Ordine dei giornalisti
regionale e l'ufficio Studi Rai-Radiotelevisione italiana. "Una comunicazione incontrollata - ha proseguito Bordin - che potrebbe fare emergere il pluralismo di voci, ma altrettanto velocemente potrebbe trasformarsi in anarchia comunicativa: per
questo motivo chi si occupa di comunicazione ha il compito di fornire un'informazione che non sia solo oggettiva e corretta, ma diramata con i giusti tempi, modi e contenuti. Massima attenzione, quindi, va data a termini e linguaggio utilizzati per evitare che si vada ad alimentare, tramite i social, piazze
digitali, tensione e odio. Attenzione che deve essere prestata anche nel mondo della politica". "L'iniziativa - ha sottolineato Mario Trampus, presidente del Corecom Fvg - nasce nell'ambito della nuova delega conferita da quest'anno al Corecom in materia di Media Education, un'attività
educativa e didattica prevista nel Piano d'azione Ue per l'istruzione digitale 2021-27 e finalizzata a sviluppare nella società informazione e comprensione critica in merito alla natura e alle categorie dei media, le tecniche da loro impiegate per costruire messaggi comprensibili, i generi e i linguaggi specifici". Quattro gli interventi che hanno cercato di approfondire alcune sfaccettature di un tema di grande attualità, sotto la guida di Roberta Sartor, direttore del Servizio organi di garanzia del
Consiglio regionale. Davide Gallino, dirigente dell'ufficio Alta formazione, rapporti con università, biblioteca direzione studi, ricerche e statistiche di Agcom ha fornito un quadro europeo e nazionale
sulle politiche dell'alfabetizzazione mediatica denunciando "l'assenza di una chiara strategia in merito nel nostro Paese". "A breve - ha commentato - cominceremo un'intensa attività di formazione per il personale del Corecom e per i giornalisti, con
l'obiettivo principale di condividere esperienze e di poter creare, attraverso una piattaforma comune, un deposito di conoscenze a livello nazionale ed europeo". Cristiano Degano, presidente dell'Ordine dei giornalisti del Fvg, invece ha affrontato il problema della crisi della carta stampata in difficoltà a causa di un'informazione affidata sempre più ai social e agli algoritmi. Un contesto dove acquista un ruolo fondamentale la mediazione del giornalista: "L'individuo si perde all'interno del cosiddetto rumore informatico ed è esposto al
rischio di polarizzazione e disinformazione cadendo nell'infodemia. Considerando il panorama attuale dell'informazione, è quindi fondamentale il ruolo di chi è professionalmente formato e aggiornato per accertare la fondatezza delle notizie, verificarne le fonti e certificarne la provenienza".
Alessandra Paradisi, vicedirettore ufficio Studi Rai, ha trattato il ruolo di mediazione che può essere effettuato dalla Rai come servizio pubblico anche attraverso la media literacy. "Un aspetto che gioca un ruolo importante nel contrasto della disinformazione on line è l'alfabetizzazione mediatica che deve essere svolta con costanza, cercando di sviluppare il senso critico nei giovani, ma anche nei cittadini per permettere loro di distinguere tra un'informazione vera, falsa e verosimile. Per questo motivo - ha spiegato - negli ultimi mesi abbiamo cercato di affrontare questa tematica creando una rete e una contaminazione di sapere inserendosi nell'asse della media literacy. Insieme ad altri partner, inoltre, abbiamo presentato
una proposta per un codice di contrasto alla disinformazione che vorremmo condividere con il mondo del giornalismo, valorizzando il ruolo di mediatore". Infine Letterio Scopelliti, giornalista professionista, scrittore e fotoreporter, si è soffermato sull'importanza del fact-checking
e il contrasto delle fake news ricordando che "è importante avvalersi di sistemi e procedure per la verifica delle notizie nell'oceano selvaggio dell'informazione del web e del mondo dei
social network. Preservare la qualità dell'informazione nel contesto digitale, diventa un passaggio necessario per evitare fenomeni come quello dell'incitamento all'odio. Il fact-cheking è
un processo di verifica dell'accuratezza delle informazioni, ma anche di foto o sequenze video con l'obiettivo di intercettare notizie inesatte".
"Questa - secondo il reporter - è la vera sfida del giornalista che può vincere rispondendo a tre domande: chi diffonde l'informazione, quali sono le prove presentate e cosa dicono le altre fonti. Unica reale via per non cadere vittime dei disinformatori che possono agire spinti da diverse motivazioni,
dal profitto all'odio".

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