"Comprendo che coloro che rappresentano i partigiani che hanno giustiziato i nostri martiri, civili innocenti, anche a guerra finita continuino nella loro falsificazione storica ma una rete pubblica non
può cadere in un simile equivoco. Sconvolgente sentire su una rete pubblica parlare di esercito di liberazione jugoslavo. Oramai lo sanno anche i sassi che l’esercito jugoslavo entrò a Gorizia con il solo intento di occupare la città e che l’obiettivo del
maresciallo Tito era quello di annettere le nostre terre fino al Tagliamento alla settima federativa jugoslava. Nessuna pietà nei confronti di civili anche donne e bambini trucidati dai partigiani filo
Jugoslavia pur di raggiungere lo scopo, altro che liberazione! E se l’occupazione non avvenne già a Gennaio invece che a Maggio del '45, evitando quindi che i deportati dal goriziano siano ben più di 950 (tanti saranno i nomi che al termine delle ricerche tuttora in corsa verranno ricordati sui due lapidari), Gorizia lo deve proprio a quei giovani della Decima che rallentarono l’esercito jugoslavo nella selva di Tarnova combattendo, resistendo ed immolandosi eroicamente per tre giorni e tre notti in un rapporto di forze di uno a dieci (vedi
documento allegato recuperato nell’archivio della Farnesina). Per quanto concerne la partecipazione della Lega Nazionale con la Decima al ricordo dei dipendenti comunali deportati nel Maggio del ’45
sottolineo ancora una volta che noi difenderemo e ricorderemo sempre la memoria di chi ha onorato e lottato per la nostra Patria. Ricordo poi a Di Gianantonio e Pironi che il clima di collaborazione tra Gorizia e Nova Gorica in funzione della capitale europea della cultura non può portare ad una falsificazione storica altrimenti di che cultura staremmo cianciando. Ricordo inoltre a questi signori che se Gorizia ricorda circa mille vittime uccise dai partigiani comunisti filo Jugoslavia la Slovenia ne piange qualche decina di migliaia per cui questa tragedia ci accomuna non divide come invece accade con la scritta Tito sul Sabotino che rappresenta un insulto a tutte le nostre comunità. Comunismo e nazismo sono stati equiparati ma i resistenti giapponesi di noialtri fingono di non saperlo e continuano a credere che la guerra sia in corso vedendo fascisti in ogni angolo. La storia quando riesce ad essere “reale racconto dei fatti”, diventa solo storia e non ritorna più con i suoi fantasmi a disturbare il presente. Aggiungo una riflessione sulla Decima Mas del nostro responsabile culturale Mauro Tonino Sulla Decima Mas di Junio Valerio Boghese si è scritto molto, ma alcuni aspetti storici andrebbero rimarcati.
Uno in particolare, i rapporti tra americani, Governo del Sud, e proprio Borghese. Verso la fine del 1944 il quadro bellico in Italia stava per delinearsi chiaramente e, tra i comandi alleati, ma non solo, c’era la preoccupazione di quello che sarebbe accaduto in Italia, in particolare sul Confine Orientale, e che poi tragicamente accadde, al momento del crollo o resa delle armate tedesche e l’inevitabile avanzare in territorio italiano delle armate di Tito. L’avanzata angloamericana procedeva lentamente, parallelamente si svolgevano i colloqui dell’operazione “Sunrise” per ottenere la resa tedesca. Fu quindi messa in atto un’operazione, o meglio, una missione al nord di Antonio Marceglia, eroe di guerra nell’attacco al porto di Alessandria, poi catturato dagli inglesi.
Il compito di Marceglia era quello di “Prendere contatto con il comandante J. V. Borghese della X.a Mas al fine di concretare un piano combinato di difesa della Venezia Giulia” come riportato nella sua
relazione desecretata dalla CIA nel 2005. L’operazione fu ideata e messa in atto dall’O.S.S. americano nella persona di James Angleton che sarà uno dei massimi dirigenti della CIA stessa e dai servizi della marina italiana. Il Governo Bonomi era al corrente di quanto veniva fatto, forse non Togliatti, per ovvi motivi. Marceglia parlò diverse volte con Borghese, l’operazione però non ebbe
successo, ma dal punto di vista storico e politico va evidenziato il fatto che, in quel momento, americani, Governo del Sud, Borghese, dialogavano su un tema ben preciso, la salvaguardia territoriale del Confine Orientale." Luca Urizio
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