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RICONVERSIONE CENTRALE A2A DI MONFALCONE: BLACKOUT DELL'INGEGNERE RABBI SU QUANTO POTREBBE INQUINARE L'IMPIANTO.

Carenza notevole di dati statistici sulle emissioni della futura nuova centrale.
Aggiunto il: 15/11/2019
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L'incontro tra A2a ed i rappresentanti dei vari rioni monfalconesi con l'obiettivo di spiegare il progetto di riconversione della centrale elettrica, tenutosi il 14 novembre 2019 presso la sede del Rione Centro, ha visto il capo delle relazioni esterne del nord Italia di A2A Corona e l'ingegnere capo della struttura situata a Monfalcone Rabbi da un lato e tutti i comitati dei vari rioni cittadini assieme all'assessore Cauci, in rappresentanza della giunta comunale, dall'altro ha fatto emergere dei dubbi riguardanti la possibile nuova struttura.
Il dibattito sul progetto di A2a per la riconversione dell'impianto di Monfalcone, è stato aperto da Corona, responsabile relazioni esterne per il Nord Italia. L' obbiettivo dell'azienda è, seguendo le indicazioni italiane, di passare dall'energia prodotta tramite il carbone a quella prodotta con il metano come combustibile. Entro il 2025 tutte le centrali del tipo 1 dovranno essere dismesse in vista in un futuro non troppo lontano di una piena capacità raggiunta con le energie rinnovabili. Su questo punto il TERNA (ente che si occupa della gestione di tutta la rete elettrica italiana) per garantire una continuità assicurata del servizio di energia elettrica necessita di 5400 Mgw/h di emergenza.
Durante l'incontro sono emerse molti dati: l'attuale centrale è progettata per produrre circa 300Mgw/h (mega watt ora) mentre quella futura, se accesa, potrebbe produrne 800. Si usa il condizionale perché come dichiarato dall'ingegnere Rabbi e da Corona la centrale servirà come salvagente in caso l'energia proveniente da altre fonti non fosse sufficiente per evitare un black out.
Allo scopo di evitare tutto ciò TERNA ha richiesto alle centrali elettriche che producono energia grazie a combustibili fossili di riuscire ad assicurare, in caso di necessità, 5400 Mgw/h.
L'azienda A2A investirà circa 500 milioni sul territorio del Friuli Venezia Giulia di cui 360 milioni nello specifico per l'impianto di Monfalcone allo scopo di trasformare la centrale da utilizzatrice di carbone a metano.
Una domanda si è fatta strada nella serata: l'azienda intende rientrare delle spese grazie al capacity market?" (domanda posta dall'assessore Cauci). Le risposte da parte di Corona sono state molto generalizzate e con una leggera nota di scherno verso l'assessore... Facciamo una piccola pausa per scoprire cos'è il capacity market: il capacity market è un fondo basato su un asta a livello nazionale creato per coprire i costi delle centrali non operative e utilizzate come salva black out; il risarcimento è basato sulla possibilità di produrre energia da parte di una centrale, questo costo molto ingente è coperto e recuperato tramite le bollette che noi tutti paghiamo, fa parte delle spese che risultano in bolletta alla voce "altro", il risarcimento è in proporzione al costo orario della produzione elettrica.
Per snellire il ragionamento una centrale tanto più è grande tanto più riceverà soldi di risarcimento, anche se non lavora e resta chiusa,quindi i cittaidini italiani pagano un prodotto che non solo non usano ma non viene nemmeno prodotto,questo su base nazionale ma tutto ciò non basta.
La serata successivamente alla domanda dell'assessore, ha preso il via con un botta e risposta tra rion, Rabbi e Corona. Peccato che la voce dei rioni non si sia fatta sentire, le domande son state generali e ben poco mirate al tema, molto deludente quindi dal punto di vista dei cittadini, che non potendo esserci, si sono affidati ai loro rappresentanti.
Una domanda posta da noi ha portato un grosso problema all'attenzione: "le perdite di carico". Le perdite di carico sono le classiche perdite che ogni impianto ha (per fare un esempio basta trovarsi davanti ad un contatore di gas per poter annusare la perdita di carico) parlando di perdite bisogna affidarsi ai numeri:con le migliore tecnologie possibili le perdite delle tubazioni e di eventuali cisterne di raccolta sono del 7% di cui un 2% di perdita ulteriore all'arrivo all'utilizzatore, ora ipotizziamo che serva per l'Italia energia elettrica in un certo momento e la centrale di A2a si mette in funzione a pieno regime benissimo la quantità di metano necessario per produrre 800Mgw/h è 92000 metri cubi di metano, che nella migliori delle ipotesi perde solo 1% che viene direttamente immesso nell'atmosfera la quantità finale oraria è:920 metri cubi all'ora, ipotizziamo che almeno per 5 ore sia in funzione quindi parliamo di 4600 metri cubi di gas metano nell'aria (il metano inquina 12 volte più della co2) che per fare un esempio oggettivo vuol dire un campo da calcio di 100 metri di lunghezza altezza e profondità moltiplicato 46 volte che vengo immessi in quelle 5 ore di utilizzo, una quantità enorme.
Senza dimenticare che la parte bruciata produce comunque co2, l'ingegnere Rabbi non solo era all'oscuro di ciò ma ci ha liquidati con un semplice: chiedete a snam (i numeri arrivano da legambiente), quindi ci troviamo un ingegnere capo che non sa quanto inquinera o che vinge di non sapere.
Al termine della serata un lavoratore di A2a ha accusato l'assessore di fare gossip, e tutti i rioni compreso l'assessore di essere ignorante e malinformati, un attacco gratuito all'amministrazione che era rappresentata dall'assessore e a tutti i cittadini rappresentati dai rioni.
Fatto degno di nota inoltre è che quando un cittadino ha chiesto:"chi pagherà il capacity market" e aver ottenuto la risposta (i cittadini), ha giustamente chiesto riferendosi all'ingegnere:"le sembra giusto che noi paghiamo perché voi non produciate nulla" la risposta è stata:"le cose stanno così" risposta molto corta e pungente che è stata accompagnata da un sorriso in faccia al cittadino, come si vedra in uno dei video che a sbreve pubblicheremo.
Quindi l'incontro di ieri ci ha evidenziato che noi a Monfalcone ci troveremo con una centrale che pagheremo per molti anni a venire 15 per l'esattezza, nel caso fosse spenta se invece sarà operativa inquinerà a dismisura non solo Monfalcone ma tutta la bassa isontina in primis, e poi il Friuli Venezia Giulia. In un incontro durato oltre due ore quello che è emerso è che un Babbo Natale allo stato attuale delle cose spende 360 milioni di euro per costruire una centrale che non si sa quanto lavorerà. Ci chiediamo se dopo non aver ricevuto risposte esaustive in merito all'inquinamento l'ingegnere Rabbi sappia a cosa va in contro.

 

B.S.

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