Mi chiamo Andrea, faccio fumetti

Mi chiamo Andrea, faccio fumetti è una biografia, ma non è una biografia: è un monologo disegnato, un omaggio che non vuole omaggiare nessuno, una dichiarazione di resa di fronte alle sentenze perentorie del destino.
Andrea Santonastaso (oggi attore, una volta disegnatore di fumetti) mette in scena l'arte di uno dei più grandi disegnatori (ma anche pittore, autore, poeta...) che il nostro paese abbia avuto: Andrea Pazienza.
Lo fa dichiarando la sua impotenza di fronte al talento immenso di questo istrione dei pennelli (ma anche dei pennarelli, delle matite, dei gessetti...). Lo fa dichiarando la sua inferiorità e la sua rabbia di fronte allo spreco cosciente di tanta arte pura in nome della follia di “un buco”.
Lo fa raccontando i suoi personaggi: Pentothal, Zanardi, Pertini…
Lo fa entrando “dentro” Gli ultimi giorni di Pompeo soprattutto, la sua storia più struggente.
Lo fa disegnando in scena e onorando (o tentando di farlo) colui che è stato “il più grande disegnatore vivente”.
Viva Paz!