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I gruppi di opposizione del Consiglio regionale criticano duramente il nuovo testo del disegno di legge sul fine vita, approvato il 2 luglio nelle Commissioni II e X del Senato. Per i consiglieri Enrico Bullian, Roberto Cosolini, Rosaria Capozzi, Serena Pellegrino e Furio Honsell, il testo rappresenta «una pericolosa regressione rispetto alla sentenza della Corte Costituzionale». Secondo i consiglieri, uno dei punti più critici è l’istituzione di un Comitato Nazionale di Valutazione, interamente di nomina governativa, che avrebbe il compito di verificare i requisiti per accedere al suicidio medicalmente assistito. Una scelta che, per le opposizioni, contraddice apertamente quanto indicato dalla Corte Costituzionale nella sentenza del 2019, la quale sottolineava come l’accompagnamento dovesse avvenire nell’ambito del SSN, per garantire la massima tutela e sicurezza. «Il testo attuale – affermano – non solo ignora quel principio, ma impone di fatto che chi vuole accedere al fine vita debba farlo a proprie spese, senza alcun supporto pubblico. Si tratta di una legge classista, che tutela solo chi può permettersi cure e accompagnamento in autonomia.» I consiglieri regionali denunciano anche la mancanza di chiarezza sulle procedure e l’assenza di garanzie per i diritti delle persone in condizioni di grave sofferenza. «Una legge che dovrebbe occuparsi con sensibilità e responsabilità di un tema delicato come quello del fine vita – spiegano – finisce invece per negare il sostegno pubblico nel momento più difficile, cancellando nella pratica il diritto all’autodeterminazione sancito dalla Corte.»
Da qui l’auspicio che il percorso parlamentare riesca a correggere le criticità del disegno di legge, restituendo al SSN il ruolo centrale che gli compete in un processo tanto complesso quanto umano. «Il tema del fine vita – concludono – non riguarda l’appartenenza politica, ma la dignità delle persone. Il Parlamento ha il dovere di affrontarlo con equilibrio, garantendo diritti e sostegno a tutti, non solo a chi se lo può permettere.»
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