POLCENIGO - grosso albero cade su un deposito: rimosso dai Vigili del Fuoco con tecniche SAF.
UDINE - Celotti (Pd): “Bene le aperture su Case di comunità e abitare inclusivo, ma servono più risorse e chiarezza sulla non autosufficienza”
“Non solo a Cividale: anche nella stazione di S. Gottardo, in comune di Udine, sono stati rimossi i cartelli bilingui in italiano e friulano. È un fatto grave che rischia di cancellare un’esperienza virtuosa come il progetto Tren del lenghis, esempio concreto di valorizzazione del nostro patrimonio linguistico. Chiediamo che la segnaletica in friulano venga immediatamente ripristinata”. A dichiararlo in una nota congiunta sono Andrea Di Lenardo, consigliere comunale di Alleanza Verdi e Sinistra - Possibile, e la consigliera comunale con delega all’identità friulana e al plurilinguismo, Marta Garlatti-Costa.
I due consiglieri denunciano quanto emerso da un sopralluogo effettuato domenica scorsa alla stazione di S. Gottardo/S. Gotart, prima fermata della tratta ferroviaria Udine–Cividale, dove “è scomparsa la segnaletica bilingue precedentemente presente”. Una situazione che segue la rimozione analoga a Cividale, già segnalata pubblicamente dal segretario del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo. “Il progetto Tren del lenghis, promosso nel 2015 da FUC e ARLeF – ricordano i consiglieri – aveva portato all’introduzione delle lingue del territorio (friulano, sloveno, tedesco), oltre all’inglese, in tutte le modalità di comunicazione ai viaggiatori: dalla segnaletica agli annunci vocali, fino ai distributori automatici. Era e resta un fiore all’occhiello della nostra regione, da estendere e non da cancellare, esattamente come accade in Alto Adige dove RFI garantisce la presenza costante delle lingue locali”. A riprova, allegano immagini che documentano lo stato attuale della stazione di S. Gottardo, dove il distributore automatico dei biglietti continua a offrire la selezione in friulano, inglese, sloveno e altre lingue. “Ci auguriamo che anche questo strumento non venga sostituito con uno meno inclusivo – concludono Di Lenardo e Garlatti-Costa –. Se si è costruito qualcosa di più ricco e rappresentativo, perché accontentarsi di meno? L’identità friulana è un valore e va tutelata, non oscurata”.
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