VAL ROSANDRA - intervento complesso per il ragazzo precipitato.

È salvo il giovane che lo scorso 4 luglio si è ferito gravemente dopo un tuffo da dieci metri in Val Rosandra, ma sull’intervento di soccorso si aprono numerosi interrogativi, soprattutto sui tempi e sul coordinamento delle operazioni. A sollevarli è Walter Zalukar, che evidenzia una serie di criticità nella gestione dell’emergenza. Secondo le ricostruzioni, l’allarme al NUE 112 è stato lanciato intorno alle 14:50. Il Soccorso alpino e i Vigili del fuoco sono arrivati rapidamente a piedi e hanno raggiunto il ragazzo in circa un quarto d’ora. Tuttavia, l’eliambulanza è atterrata sul posto solo alle 16:43, quasi due ore dopo la chiamata, perché impegnata in un altro intervento nella zona di Claut e costretta a fermarsi per rifornimento a Ronchi. Nel frattempo, nessun medico del 118 ha raggiunto il ferito, assistito solo dai tecnici e dai pompieri. A complicare la vicenda, anche il passaggio – non riportato nei comunicati ufficiali – di un elicottero dei Vigili del fuoco, partito da Venezia, che secondo un testimone era già sulla zona mezz’ora prima dell’arrivo dell’eliambulanza, ma che non è intervenuto per il recupero del giovane.

Zalukar pone diversi quesiti: “Come si spiega che la Centrale di Palmanova non abbia velocizzato i tempi di soccorso? Perché non è stata inviata un’automedica, visto che due erano in servizio a Trieste e si trattava di un trauma grave in zona impervia? E perché il personale dell’ambulanza è rimasto fermo al confine del parco, senza avvicinarsi al ferito?” “È inconcepibile – afferma Zalukar – lasciare senza assistenza medica per quasi due ore un traumatizzato che ha impattato sulle rocce dopo un salto di 10 metri. Le risorse c’erano, ma non sono state utilizzate al meglio. Qui è andata bene, ma servono risposte. Non possiamo permettere che si ripetano situazioni simili”.