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ANAGNI - “Tanta Badia, poca gloria”: LiberAnagni denuncia l’abbandono della Badia di Santa Maria della Gloria.

Aggiunto il: 15/07/2025
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“Recinzioni divelte, coperture crollate, sterpaglie ovunque, materiali abbandonati, impianti non funzionanti e persino un deposito incontrollato di rifiuti a pochi metri dal sito”. Con queste parole LiberAnagni – Coalizione Civica torna a denunciare lo stato di grave incuria in cui versa la Badia di Santa Maria della Gloria, uno dei luoghi più significativi del patrimonio storico e culturale cittadino.
Il nuovo allarme è stato lanciato attraverso un video diffuso sui social, che documenta l’esito dell’ultimo sopralluogo effettuato a seguito di numerose segnalazioni da parte della cittadinanza. “Avevamo già presentato un’interrogazione consiliare ad aprile – scrive il gruppo in una nota – ma l’unica risposta ottenuta dalla Giunta è stata ‘a breve riprenderanno i lavori’. Da allora, nessuna azione concreta”. Il silenzio dell’Amministrazione, sottolinea LiberAnagni, è ancora più inaccettabile se si considera il valore della Badia: un bene vincolato, acquisito dal Comune nel 1995, restaurato in parte con fondi pubblici e inserito nella Rete delle Dimore Storiche del Lazio. Il suo attuale stato di degrado non solo danneggia un patrimonio collettivo, ma rappresenta anche un rischio per la sicurezza pubblica. “Anche nell’ultimo Documento Unico di Programmazione 2024-2027 – continua la nota – non compaiono interventi concreti per la valorizzazione o il completamento del sito. Nessuna informazione sulla riprogrammazione dei lavori, sulla messa in sicurezza, sui collaudi, sulle destinazioni d’uso o sulla verifica degli impianti”. Eppure, i cittadini non dimenticano. “Il forte legame della comunità con questo luogo è emerso chiaramente dai messaggi e commenti ricevuti dopo la pubblicazione del video. Questo abbandono pesa doppiamente, perché la Badia avrebbe potuto diventare un polo di cultura, turismo e socialità. Invece, oggi rappresenta l’ennesimo esempio di incuria amministrativa. Il patrimonio di Anagni va custodito, non lasciato marcire”.

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