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MONFALCONE - Bullian su eutanasia legale: “Quasi 74.000 firme in due settimane, un segnale forte dai cittadini”

Aggiunto il: 17/07/2025
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«La raccolta e il recente deposito in Senato di quasi 74.000 firme per la proposta di legge di iniziativa popolare sull’eutanasia legale, promossa dall’Associazione Luca Coscioni, è un segnale potente che arriva dai cittadini in sole due settimane. Ringrazio l’associazione e i tanti volontari per questa iniziativa fondamentale, che rappresenta un ulteriore passo nella battaglia per i diritti e la libertà, già avviata in sede giudiziaria e ora portata avanti anche in Parlamento». Lo afferma Enrico Bullian, consigliere regionale del Patto per l’Autonomia-Civica FVG. Bullian sottolinea l’importanza di una normativa che tuteli l’autodeterminazione di chi, colpito da una malattia irreversibile e da sofferenze insopportabili, chiede di porre fine alla propria esistenza in modo dignitoso e consapevole. «La proposta dell’Associazione Coscioni introduce una procedura semplice, con tempi certi e decisioni affidate al Servizio Sanitario Nazionale, non a comitati burocratici. Quando necessario, un medico dovrebbe poter aiutare attivamente la persona che ne fa richiesta, nel rispetto del suo diritto alla libertà di scelta».
Diversa invece, secondo il consigliere, la linea seguita dalla maggioranza di centrodestra nelle Commissioni del Senato, che rischia di rappresentare un passo indietro rispetto a quanto stabilito dalla Corte Costituzionale nel 2019. «L’attuale proposta approvata in Commissione esclude l’intervento del Servizio Sanitario Nazionale e prevede un percorso confuso e poco garantito per chi vive condizioni estreme. Si tratta di una scelta che rischia di negare supporto a chi più ne ha bisogno». Bullian auspica che il Parlamento corregga l’impostazione attuale e accolga invece i principi della proposta popolare, che ha incontrato il favore di decine di migliaia di cittadini. «Sul tema del Fine Vita i sondaggi sono chiari: la maggioranza della popolazione è favorevole alla libera scelta. Il Parlamento ha ora l’occasione di rispondere a una domanda reale e trasversale, che tocca la vita di molte persone, senza distinzioni politiche».

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