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“È quasi commovente. La querelle sulla data del voto per le elezioni regionali in Veneto che il presidente Zaia sta portando avanti da mesi è ormai fuori dalla logica. Zaia continua a tenere bloccato il sistema politico regionale, non per le sue abilità politiche ma forzando le sue prerogative istituzionali”. Con queste parole Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico, commenta la mancata definizione della data del voto in Veneto. “Dal punto di vista umano è comprensibile – prosegue Camani – dopo quindici anni di potere assoluto è difficile rassegnarsi all’irrilevanza. Prima ha tentato di resistere chiedendo un quarto mandato, poi ha provato a prorogare la legislatura spostando di sei mesi le elezioni. Ora si gioca l’ultima carta: fissare la data entro la finestra prevista dalla legge nazionale. Una prerogativa istituzionale che sta però utilizzando come strumento politico per restare in campo anche quando il suo tempo è finito”. La capogruppo Pd sottolinea come questa situazione crei una paralisi istituzionale: “Dispiace per questo atteggiamento, che sul piano umano si può comprendere ma che politicamente è molto discutibile. Non è accettabile che il sistema democratico veneto venga tenuto in ostaggio da una strategia di sopravvivenza personale. È un fatto grave che racconta bene l’aria da fine impero che si respira oggi in Regione”.
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