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“Le indagini ambientali sul sito industriale dismesso della Sun Oil Italiana Srl a Lugagnano di Sona hanno confermato la presenza nella falda acquifera di Tetracloroetilene, sostanza tossica e pericolosa oltre le Concentrazioni Soglia di Contaminazione previste dalla legge. Siamo di fronte a una situazione grave per l’ambiente e la salute, che non può ricadere solo sulle spalle del Comune di Sona”. A denunciarlo è la consigliera regionale del Partito Democratico Anna Maria Bigon.
Il sito, da anni in stato di abbandono, è al centro di una vicenda complessa. La Provincia di Verona ha avviato il procedimento previsto dal Testo unico ambientale imponendo la rimozione dei rifiuti e nuove analisi di rischio con eventuale bonifica. Ma l’assenza di un liquidatore della società proprietaria, oggi in liquidazione e con legami opachi a una realtà svizzera, rende difficile individuare responsabilità e soluzioni.
“La Regione Veneto – sottolinea Bigon – deve assumere una regia chiara e immediata, coordinando enti e risorse per garantire tempi certi di bonifica e mettere al sicuro cittadini e territorio. È impensabile che un’emergenza di questa portata resti in carico al solo Comune”.
La contaminazione riguarda un’area a ridosso di zone residenziali e agricole, amplificando i timori per la salute pubblica e per l’impatto ambientale. Per la consigliera democratica “non ci si può voltare dall’altra parte: servono risposte rapide, un piano di intervento e il coordinamento istituzionale necessario a restituire sicurezza alla comunità”.
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