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GRADO - Nuove norme stabilimenti balneari: Raugna scrive a Fedriga. “Non trasformiamo le spiaggie in prigioni’”

Aggiunto il: 25/05/2020
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Il Sindaco di Grado Dario Raugna ha scritto una lettera al Presidente della Regione Fedriga per rappresentare la sua preoccupazione in merito alle nuove norme ideate da Promoturismo FVG per accedere agli stabilimenti balneari. Zone recintate off-limits per gli esterni, accreditamento attraverso il rilascio delle generalità, tracciamento delle persone, misurazione della temperatura corporea, oltre ad una serie di ulteriori incombenze, sicuramente utili ma estremamente gravose sotto l’aspetto economico e gestionale secondo il Sindaco renderebbero di fatto ingestibili queste attività.

 

Si tratta di luoghi all’aperto per accedere ai quali verrebbero imposte delle regole di gran lunga più restrittive rispetto ad una qualsiasi attività svolta indoor, come per esempio recarsi nei centri commerciali, in cui non viene richiesto di rilasciare le proprie generalità. Diversamente, per consumare una bibita in uno dei numerosi chioschi presenti negli stabilimenti balneari, ci si dovrebbe accreditare preliminarmente munendosi di braccialetto elettronico. Inoltre l’idea di creare degli stabilimenti “prigione” per la gestione di luoghi all’aperto stride pesantemente con l’utilizzo di tutti gli spazi pubblici presenti in città come vie, piazze e calli, dove sarà sufficiente mantenere il distanziamento sociale evitando condizioni di assembramento per assicurare un buon livello di sicurezza.

Le regole d’accesso per prendere possesso di un ombrellone e di una sdraio verosimilmente causeranno degli assembramenti di persone e converrà quindi adoperarsi per accelerare le modalità di accesso alla spiaggia, non certo per appesantire le procedure.

 

Secondo il Sindaco, molti degli abituali turisti provenienti dall’estero già ora sottostanno a delle regole meno ferree rispetto alle nostre sull’utilizzo dei presidi, come le mascherine, e si pone il problema di come ulteriori restrizioni, non sempre giustificate da motivazioni comprensibili, possano fungere da deterrente nei confronti di una clientela di cui abbiamo bisogno per rilanciare la nostra industria turistica.

 

Il Sindaco Raugna ha sottolineato infine che la vicina Emilia Romagna, leader del settore balneare in termini di presenze, ha adottato un criterio differente rispetto a quanto ideato da Promoturismo FVG sulla gestione degli stabilimenti balneari per il contenimento del Covid19. Le linee guida per permettere la fruizione delle spiagge in sicurezza già esistono e sono quelle avallate dalla conferenza delle Regioni e delle Province autonome, attualmente in vigore anche da noi e che hanno permesso alle nostre attività di aprire i battenti senza ulteriori lungaggini, favorendo le relative ricadute occupazionali nei confronti di lavoratori che non stanno percependo un reddito dall’anno scorso e che sono arrivati allo stremo delle loro forze. Ulteriori attese, incombenze e prescrizioni non favoriscono l’apertura della stagione balneare, preoccupano i nostri operatori e infastidiscono i nostri ospiti rendendo le nostre attività meno competitive rispetto ai nostri diretti concorrenti.

 

“Ben venga la sicurezza, un migliore presidio anche da personale "civile", una maggiore sanificazione di servizi igienici e materiali, l'utilizzo dei presidi laddove non fosse possibile mantenere il distanziamento sociale, usare delle regole per l'utilizzo delle spiagge libere e tutto ciò che possa concorrere per il contenimento del virus – scrive Raugna - ma attenzione a non rendere i nostri stabilimenti balneari delle "prigioni" perché questo ci si ritorcerà contro con grave danno per la nostra economia già pesantemente compromessa”.

 

L’amministrazione comunale, dopo un confronto con la quasi totalità degli stabilimenti gradesi, chiede al Presidente di non rendere obbligatorie queste ulteriori restrizioni e di lasciare ai singoli stabilimenti la facoltà di aderire a questa iniziativa, che per taluni turisti potrebbe essere rassicurante ma per molti altri potrebbe diventare opprimente. Qualora decidesse di renderle obbligatorie, almeno venga garantita a tutti gli stabilimenti, anche i più piccoli, un tempo congruo per adeguarsi.

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