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Le pubbliche amministrazioni non devono temere l’intelligenza artificiale, che può invece diventare un alleato prezioso per superare carenze strutturali e rendere più efficienti i processi decisionali. È quanto ha sottolineato il professor Gianluca Gardini, docente di Diritto amministrativo all’Università di Bologna, intervenendo in commissione Statuto presieduta da Emma Petitti.
“Un’eccessiva cautela – ha spiegato Gardini – rischia di privare le amministrazioni di una tecnologia utile e necessaria. L’intelligenza artificiale va intesa come strumento complementare, capace di preservare e potenziare le capacità umane, non di sostituirle. Anche negli atti discrezionali che hanno effetti diretti sui cittadini, le valutazioni fornite dai sistemi non devono essere viste come decisioni definitive, ma come suggerimenti da integrare con l’istruttoria e con le osservazioni delle parti interessate”. La presidente Petitti ha definito l’intervento “di grande livello” e ha aperto il confronto tra i consiglieri. Per Eleonora Proni (Pd) il rischio è che i pregiudizi impediscano un approccio pragmatico e curioso alle opportunità offerte dall’IA, soprattutto per gli enti locali. Francesco Sassone (FdI) ha invece ricordato che all’intelligenza artificiale “manca l’emotività, elemento che consente di valutare anche aspetti discrezionali e di adattarsi ai cambiamenti nel tempo”. Marco Mastacchi (Rete civica) ha sottolineato come l’uso dell’IA nel pubblico richieda “una responsabilità doppia rispetto ad altri settori” e possa diventare un supporto utile ai lavori assembleari, “fermo restando che la decisione deve restare all’essere umano”.
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