TRIESTE - Esibisce documenti falsi durante un controllo di polizia: Arrestato cittadino moldavo


MONFALCONE - Piazzetta Montes ed androna del Campanile da giorni con illuminazione ridotta al lumicino. La segnalazione di alcuni residenti.

Il 14 novembre 2025, i Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale hanno partecipato in qualità di relatori alla conferenza organizzata dal Club per l’UNESCO di Gorizia in occasione della “Giornata UNESCO dedicata alla lotta al traffico internazionale di beni culturali”.
L’evento, patrocinato dal Comune di Gorizia e dalla più ampia iniziativa GO!2025 Gorizia/Nova-Gorica Capitali Eurupee della Cultura, si è tenuto nella storica cornice di Palazzo Coronini-Cronberg, sede dell’omonima Fondazione con la partecipazione di numerose autorità civili, militari, culturali regionali e del territorio isontino. Gli interventi, incentrati sulla definizione di bene culturale, sulla sua salvaguardia a livello giuridico, sui reati transnazionali e sull’operato dei Carabinieri TPC quali “difensori” del patrimonio culturale italiano, hanno avuto come finalità la sensibilizzazione della coscienza pubblica sul valore identitario del “bene culturale”, la tutela garantita dalla legislazione italiana e gli strumenti attraverso i quali le indagini dei Carabinieri TPC consentono il recupero di quei capolavori che, nel corso degli anni, sono stati trafugati e illecitamente esportati. L’evento è stato ulteriormente arricchito dalla presentazione di alcuni “case studies” seguiti del Nucleo TPC di Udine, attraverso i quali la platea ha potuto constatare l’efficacia del c.d. modello italiano di salvaguardia e contrasto ai traffici illeciti di beni culturali. Gli esempi citati hanno riguardato, oltre a importanti beni recuperati dall’estero, anche una pala d’altare ottocentesca del maestro neoclassico Francesco Caucig – “La visitazione della Vergine” - trafugata nell’ambito delle vicende afferenti al Primo Conflitto Mondiale e restituita proprio alla Fondazione Coronini-Cronberg nel 2021, al termine di un’articolata attività investigativa che ne ha evitato l’imminente esportazione all’estero. La conferenza ha fornito un autorevole palcoscenico per due restituzioni che i Carabinieri del Nucleo TPC di Udine hanno inteso operare proprio a margine dell’evento, in favore rispettivamente dell’Arcidiocesi di Gorizia, alla presenza del Direttore dell’Ufficio Diocesano Beni Culturali ed Edilizia di Culto, e dell’Ambasciata di Croazia in Italia presenziata dall’Ambasciatore, al fine di mostrare ai presenti due esempi pratici su quanto esposto dai relatori. Nel primo caso pratico, sono state consegnate al delegato dell’Arcivescovo di Gorizia sei epistole manoscritte del XIX sec., alcune in lingua italiana e altre in tedesco. Questi beni archivistici, un tempo parte integrante dell’Archivio della locale Curia Arcivescovile – in quanto corrispondenza d’ufficio degli Arcivescovi Joseph Walland e Saverio Luschin – dopo esser fuoriusciti con modalità ignote dal luogo di naturale custodia, sono stati individuati a Trieste, nella disponibilità di un collezionista, un privato cittadino del luogo, attivo sull’e-commerce. Le successive indagini, condivise e coordinate dalla Procura della Repubblica triestina, hanno permesso di sequestrarle unitamente a diverse centinaia di altri beni archivistici provenienti da numerosi archivi pubblici e di conseguire ulteriori analisi in concerto con la Soprintendenza Archivistica del Friuli Venezia Giulia e l’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici dell’Arcidiocesi di Gorizia, confermandone la provenienza dal menzionato archivio ecclesiastico. Il recente pronunciamento del Tribunale di Trieste ha permesso il reintegro delle sei epistole nel patrimonio dell’Arcidiocesi goriziana. Il carattere “internazionale” della conferenza nel contesto della lotta al traffico illecito dei beni culturali sono stati evidenziati nella seconda restituzione, quella a favore dell’Ambasciatore di Croazia. Nel dettaglio, è stato riconsegnato un prezioso volume a stampa del XVII sec. (1698), intitolato “Historia Di Trieste” di Fra Ireneo della Croce, provento di una serie di furti interconnessi e verificatisi in danno della Biblioteca Nazionale e Universitaria di Zagabria tra il 1982 e il 1985, provocando un ammanco di più di 1300 volumi antichi. La seicentina, individuata dai Carabinieri del Nucleo di Udine sull’e-commerce (nella disponibilità di un privato cittadino residente in provincia di Gorizia) è risultata corrispondente a quella trafugata in Croazia, grazie a un primo accertamento operato attraverso la “Banca Dati dei Beni culturali illecitamente sottratti”, il database ministeriale (Ministero della Cultura) più grande al mondo e che costituisce il cuore pulsante delle attività del TPC. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Gorizia, hanno permesso di riprendere l’attività già intrapresa alla fine degli anni ’80 da Interpol e di appurare che parte della refurtiva, circa una trentina di volumi, erano stati venduti direttamente dagli autori del reato a un ricettatore in Friuli Venezia Giulia. L’expertise redatta con l’ausilio di personale tecnico della Biblioteca croata, avvenuto per il tramite dei canali di cooperazione internazionale tra le Forze di Polizia (Europol) e del Consolato Generale di Croazia a Trieste, ha permesso di identificare sul frontespizio la presenza sospetta di residui di timbri a inchiostro che i malfattori avevano tentato di cancellare, confermando la corrispondenza con il tomo rubato, successivamente rivendicato dall’Ente pubblico croato, legittimo avente diritto. Al netto delle evidenze emerse, la Procura isontina ne ha quindi disposto la riconsegna alla Biblioteca Nazionale e Universitaria di Zagabria, per il tramite dell’Ambasciata Croata sul territorio italiano. Casi come quest’ultimo, in cui il beneficiario è un Paese estero, sottolineano come la legislazione italiana sia attenta ed efficace anche in relazione a quei beni non strettamente afferenti al contesto nazionale ma che, per ragioni e modalità diverse giungono nel corso degli anni in Italia in maniera illecita ovvero non documentata, considerando che il carattere di “mobilità” dei beni culturali e le dinamiche di “reato” a loro connesse vanno oltre i confini geopolitici.
La sensibilità dei militari specializzati dell’Arma, delle Autorità Giudiziarie procedenti e la fruttuosa e consolidata collaborazione con le Autorità culturali e diplomatiche estere sul territorio italiano hanno, dunque, consentito un vero e proprio “ritorno a casa” nel luogo di origine, reintegrando il patrimonio storico culturale dei Paesi a cui detti beni appartengono. Il valore simbolico delle restituzioni effettuate nell’ambito della conferenza è risultato perfettamente aderente con i valori di cooperazione e fratellanza promossi dall’importante iniziativa, GO!2025 Gorizia/Nova-Gorica Capitali Eurupee della Cultura (in corso sino a fine anno), anche in considerazione delle circostanze turbolente che caratterizzano le cronache di questi periodi. La cultura - principio universalmente riconosciuto - rappresenta “un ponte” innanzitutto tra i Paesi dell’U.E. e, in maniera più estesa, tra le varie Nazioni del globo. Riprendendo i principi della Convenzione Internazionale UNESCO del 1970 sul tema della “cultura”, rappresenta un dovere tutelare ciò che esprime il valore di civiltà, favorendo il naturale ritorno nel luogo di provenienza.
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