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BOLOGNA - Corso di laurea in Filosofia per gli allievi ufficiali: Fiazza interroga la Giunta

“Preoccupante il clima di ostilità verso le forze armate negli atenei”
Aggiunto il: 02/12/2025
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Chiarire se la Regione Emilia-Romagna fosse a conoscenza della decisione del Dipartimento di Filosofia dell’Università di Bologna di non attivare un corso di laurea in Filosofia per gli allievi ufficiali dell’Accademia di Modena e se tale scelta sia ritenuta condivisibile: è quanto chiede il capogruppo della Lega Tommaso Fiazza con un atto ispettivo rivolto alla Giunta regionale. La vicenda nasce dalla richiesta avanzata dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Carmine Masiello, che aveva proposto l’avvio del corso “per creare un pensiero laterale nell’esercito, per dare la possibilità di pensare in maniera differente e uscire dallo stereotipo”, coinvolgendo un numero limitato di ufficiali. A fronte della proposta, è arrivato il diniego dell’ateneo bolognese, motivato dal timore di una “militarizzazione della facoltà”. Sul punto il Rettore Giovanni Molari aveva precisato che “la decisione di non attivare il corso di laurea in Filosofia per gli ufficiali dell’Esercito è stata una scelta autonoma di un Dipartimento, che ha preferito soprassedere e astenersi dal deliberare sul tema. Ricordo che le scelte didattiche, in questo caso l’attivazione di un curriculum dedicato, sono materia su cui l’iniziativa compete ai Dipartimenti. Questo non esclude affatto ulteriori interlocuzioni e sviluppi. Siamo costantemente aperti al dialogo con tutte le realtà che riconoscono l’eccellenza formativa e scientifica del nostro ateneo”. Fiazza richiama anche le critiche arrivate dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e da alcuni Ministri, oltre alle posizioni espresse dal Collettivo universitario autonomo Cua, secondo cui la richiesta dell’Esercito “è l’ennesima riprova del fatto che i nostri atenei si stanno piegando sempre più alle logiche della guerra e del riarmo”. Il capogruppo leghista sottolinea come “diversi Rettori si siano offerti di sostituire l’ateneo bolognese nell’attivazione di un percorso destinato a giovani ufficiali” e chiede all’esecutivo regionale di “esprimere la propria posizione rispetto al fatto che, contestualmente al rifiuto agli ufficiali, alcuni collettivi studenteschi che in passato hanno messo in atto azioni di protesta anche dure, trovino invece spazio e legittimazione negli ambienti universitari e se abbia intrattenuto interlocuzioni con l’Università di Bologna per chiarire la posizione dell’Ateneo sul tema”. Fiazza auspica infine “iniziative che nelle università regionali favoriscano percorsi di dialogo, studio e collaborazione con le istituzioni dello Stato” e giudica “preoccupante il clima di ostilità manifestato da alcune realtà politiche studentesche verso le forze armate, compromettendo così la funzione di apertura, pluralismo e confronto che l’università è chiamata a garantire”.

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