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La Regione Toscana ribadisce il proprio ruolo centrale nella complessa vicenda del Diamante Fiorentino, rivendicandone il legame storico, culturale e territoriale con Firenze e la Toscana nel solco della volontà di Anna Maria Luisa de’ Medici, ultima discendente della dinastia medicea. A sottolinearlo è l’assessora regionale alla Cultura Cristina Manetti, che ricorda come la Toscana sia l’unica regione italiana ad aver mantenuto una sostanziale continuità geografica con l’antico Granducato cui l’Elettrice Palatina fece esplicito riferimento nel vincolare il patrimonio dei Medici “per ornamento dello Stato, utilità del pubblico e per attirare la curiosità dei forestieri”. Un vincolo non solo patrimoniale ma anche territoriale, che subordinava la cessione dei beni dinastici agli Asburgo-Lorena alla condizione che non fossero mai allontanati da Firenze e dalla Toscana, elemento che la Regione considera tuttora centrale, al di là delle sole questioni di proprietà giuridica. Manetti richiama anche la complessità storica del caso, ricordando i rapporti del 1929 tra Zita di Borbone-Parma e il Governo italiano, quando l’ex imperatrice accettò la restituzione del Breviario di Ercole d’Este ma rivendicò la libera disponibilità del Diamante Fiorentino. Sul tema è intervenuto anche il presidente Eugenio Giani, chiarendo che l’azione dello Stato per l’individuazione del proprietario giuridico è distinta dalla questione della collocazione e valorizzazione del gioiello in Toscana. A ribadire il profondo legame del Diamante con il territorio è Samuele Lastrucci, direttore del Museo de’ Medici, secondo cui la storia del prezioso racconta il passaggio da gioiello sovrano toscano a bene dinastico imperiale fino alla conservazione in ambito privato, senza mai recidere il filo con la Toscana medicea e asburgo-lorenese. In merito alle ricostruzioni su presunte attività parlamentari “a luci spente”, la Regione ricorda infine che l’appartenenza medicea del Diamante è già documentata da un inventario redatto dall’Elettrice Palatina nel 1740 e digitalizzato nel 2024 grazie alla collaborazione tra Regione Toscana, Museo de’ Medici e Archivio di Stato di Firenze. Pur riconoscendo che la questione proprietaria discende oggi dalla linea degli Asburgo-Lorena, la Regione Toscana conferma di aver avviato un’interlocuzione con l’attuale detentore e ribadisce l’impegno a far sì che il Diamante Fiorentino venga valorizzato nel luogo cui la sua storia e la volontà dell’Elettrice Palatina lo legano in modo indissolubile: la Toscana.
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