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MONFALCONE - La gestione del Porto così come é organizzata non va bene.Nicoli(forza Italia)interviene: con attuali norme comanda Trieste a casa nostra

Aggiunto il: 05/10/2020
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Egregio Direttore,

intervengo per precisare la posizione del gruppo consiliare regionale di Forza Italia alla base dell’uscita dall’Aula in occasione del voto di una mozione, che impegna la giunta regionale ad attivarsi nei confronti del governo per sostenere la piena attuazione del particolare regime giuridico dei punti franchi del porto di Trieste, affinché venga avviata la procedura per il loro inserimento tra i territori non facenti parte del territorio doganale dell’Unione Europea. Intento sul quale, lo ribadiamo, siamo d’accordo. Ciò che invece non abbiamo condiviso sono le premesse della mozione, che avremmo voluto modificare in alcuni passaggi che riteniamo non veritieri, ma non c’è stata la volontà politica in questo senso.

Si è sostanziata, intorno a questo documento, una sorta di maggioranza a geometria variabile sul tema della portualità, con asse portante un patto tra Fratelli d’Italia e Pd, basato su una concezione romanocentrica della gestione delle infrastrutture, in primis i porti, della nostra regione. Una visione statalista e centralista datata che, come partito da sempre ispirato ai valori liberali, non ci è propria. In queste infrastrutture, strategiche e collocate in uno snodo tra oriente, occidente e Mediterraneo, vediamo invece degli elementi di estrema forza sui quali possiamo e dobbiamo riaffermare il valore dell’autonomia della nostra Regione. È una delle partite fondamentali affinché il Friuli Venezia Giulia assuma finalmente un ruolo da protagonista nell’Europa delle Regioni: questo è il nostro obiettivo ultimo, non l’affermazione di un neocentralismo romano.

Vogliamo una Regione protagonista nella pianificazione e nello sviluppo delle infrastrutture, senza necessità di delegare ad altre autorità, come il centrosinistra ha deciso per i porti con la riforma Delrio, che più che snellire le autorità portuali ha creato un’entità che stringe accordi economici e finanziari, anche con caratteri politici che non le competono. E, soprattutto, l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale non coinvolge il territorio sulla pianificazione dello sviluppo delle aree portuali e retroportuali. Cittadini ed enti locali sono di fatto all’oscuro di quanto deciso dall’Autorità. Un esempio: il Comune di Monfalcone non fa ancora parte del Comitato di gestione dell’Autorità. Ancora, in poco tempo siamo passati dagli elogi alla Via della Seta con i cinesi alla cessione dei porti di Trieste e Monfalcone ai tedeschi, con buona pace del tessuto industriale della nostra regione e italiano. Una continua svendita dei nostri beni più importanti. Anche se potessimo sfruttare le risorse del Recovery fund per sviluppare le nostre infrastrutture, bisogna comunque cambiare marcia: la Regione deve diventare a pieno titolo il motore logistico e infrastrutturale di quanto possediamo, utilizzando questo grande vantaggio in campo politico ed economico per elevare il nostro ruolo sul Mediterraneo e in Europa.

La finalità della mozione, per noi, era comunque condivisibile: nessuno è contrario al regime giuridico proposto, anzi. Ma avremmo voluto evidenziare, nelle premesse della mozione, che Forza Italia da anni chiede l’attuazione dell’allegato VIII del Trattato di pace del 1947, affinché il regime giuridico previsto funga da motore del rilancio economico del FVG; che per decenni alcune forze politiche che hanno sottoscritto questa mozione si sono opposte a livello nazionale e locale alla realizzazione dello stesso regime giuridico; e che lo stadio di concretizzazione di questo obiettivo, contrariamente a quanto si è lasciato filtrare, non è avanzato. Senza queste precisazioni, non consideriamo veritiere parte delle premesse nella mozione del patto FdI-Pd. Il nostro emendamento non è stato accettato dal primo firmatario Giacomelli, da lì l’uscita dall’Aula. Più che una simile mozione, a questo punto, sarebbe preferibile una sostanziale modifica della legge Delrio: meno enti statali che producono molta autorità e poco sistema, più protagonismo per Regioni, Comuni e cittadini.

GIUSEPPE NICOLI - CAPOGRUPPO FORZA ITALIA - CONSIGLIO REGIONALE FVG

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