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FVG - Le tv di lingua minoritaria vincono una battaglia contro il Mise durata anni per la loro esistenza.

Il Tar ordina la riammissione in graduatoria per il diritto a trasmettere. A rischio tre tv che devono lasciare il posto al gruppo.
Aggiunto il: 01/10/2022
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Il Tar ordina la riammissione in graduatoria per il diritto a trasmettere. A rischio tre tv che devono lasciare il posto al gruppo.
Una battaglia durata anni, quella per il diritto a trasmettere in qualità di emittenti televisive comunitarie di minoranza linguistica, quella portata avanti dalle tre emittenti del gruppo RAN.
Il tar ha sentenziato che esse devono essere ammesse alla graduatoria con il punteggio che nel prossimo periodo verrà elaborato.
Il vicepresidente di RAN, Garsia Jorge, esprime soddisfazione perche è stata finalmente riconosciuta alle emittenti televisive comunitarie di minoranza linguistica in questa regione di esistere e trasmettere. Svolta positiva ma soprattutto storica, prosegue Garsia, perchè per la prima volta c'è stata giustizia nei nostri confronti che era garantita dal testo unico delle comunicazioni.
Nello specifico il Tar ha deciso che la procedura del Mise era sbagliata ed ha evidenziato come altre scelte di natura tecnico giuridica andavano contro quello che la costituzione garantisce.
Ora si attende che il ministero decida se fare ricorso o meno al consiglio di stato. Entro 50 giorni sapremo che decisioni prenderanno i vertici del Ministero delle comunicazioni e quindi se fare opposizione.
Questa decisione, salvo soprese o decisione opposta del consiglio di stato, non sarebbe indolore. Tre emittenti, Chef Channel, Radio Bella e Monella Tv e Teleantenna dovranno cessare le trasmissioni salvo che il ministero per esse non trovi una soluzione.
Soluzione difficile, in quando lo spazio che dovrebbe essere trovato è davvero molto.

A rischio posti di lavoro dei dipendenti di queste tre emittenti. I tempi di attuazione della decisione del Tar non si conoscono: tutto è legato ad eventuali ricorsi. La colpa non è certamente del Gruppo Ran che ha esercitato i suoi diritti, piuttosto in una procedura, voluta da Agcom, alla quale in ministero ha solo potuto applicare quanto deciso dall'autorità per le garanzia nella comunicazione.

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