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TRIESTE - Brattoli: "Sovrapposizione tra ruolo istituzionale e interesse privato di Bini è insostenibile".

Aggiunto il: 21/03/2023
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Un contratto da 3.057.367,31 IVA esclusa per l’affidamento della gestione integrata dei servizi alla persona (sanitari, sociosanitari, animazione e cura estetica) e dei servizi di pulizia delle ASP “Fondazione E. Muner De Giudici” di Lovaria – Pradamano (Ud) e “Casa di Riposo Giuseppe Sirch” di San Pietro al Natisone (Ud). È l’ultimo appalto che la Euro&Promos S.p.a. si è aggiudicata dalla Regione Friuli Venezia Giulia il 7 febbraio 2023, appena prima della fine della legislatura nella quale il suo fondatore e azionista di riferimento, Sergio Bini, ha ricoperto il ruolo di Assessore regionale alle attività produttive e turismo. “Questa commistione tra ruolo di assessore e quello di fondatore e azionista di un’impresa privata che ottiene appalti dalla stessa Regione, ammesso che non configuri un conflitto di interessi chiaro e conclamato, è senz’altro inopportuna da un punto di vista politico e istituzionale – sostiene Leo Brattoli, portavoce di Adesso Trieste e candidato alle regionali nella lista del Patto per l’Autonomia - . Ci piacerebbe sapere se e quali altri appalti Euro&Promos abbia ricevuto dalla Regione e da aziende e istituzioni ad essa collegate, ad esempio Aziende Sanitarie e ATER, a partire dal 22 maggio 2018, data in cui Bini è entrato nella Giunta Fedriga. E viene da chiedersi anche quanti siano gli appalti che si è aggiudicata negli ultimi anni la stessa S.p.a. da enti locali e pubbliche amministrazioni del Friuli Venezia Giulia, senza sentire l’urgenza di astenersi dal partecipare a gare pubbliche nel territorio regionale sul quale il suo azionista di riferimento esercita un ruolo istituzionale così rilevante”.  Per stare al solo Comune di Trieste dal 2018 sono stati 4 gli appalti andati a Euro&Promos per un totale di circa 35 milioni di Euro: - 2021 - Appalto del servizio di ausiliarietà presso la scuola dell'infanzia comunale Giochi delle Stelle. Affidamento a Euro&Promos Social Health Care per Euro 54.396,99.-; - Vigilanza musei - per servizi museali, rinnovato nel 2021 - Euro 4.3 mil.; - Ausiliarietà presso alcune strutture scolastiche ed educative del Comune di Trieste per gli anni scolastici 2022/23, 2023/24, 2024/25, 2025/26 e 2026/2027, Euro&Promos Social Health Care Società Cooperativa Sociale/ Arteventi Società Cooperativa per l'importo di Euro 16.830.901,62
- 2018 - Servizio di pulizia e sanificazione immobili di proprietà o pertinenza del  Comune - Importo complessivo dell'appalto - durata 4+4 anni - Euro 14.459.840,00. E ancora, Servizi di assistenza domiciliare 2019 in favore dell’Ambito Distrettuale dell’UTI del Noncello, costituito dai Comuni di Pordenone, Cordenons, Roveredo in Piano, S. Quirino e Zoppola; Operatori Socio Sanitari per servizio di Assistenza Domiciliare SAD nei comuni di Gorizia, Monfalcone, Grado. C’è ragione di pensare che questa non sia una lista esauriente. “L’ulteriore elemento che va politicamente denunciato – sottolinea Riccardo  Laterza, capogruppo di AT al Comune di Trieste - sono i livelli di precarizzazione e sfruttamento che in molti casi subiscono lavoratrici e lavoratori assegnati ai vari servizi erogati dall’impresa. È ormai noto quello degli operatori museali di Trieste, che hanno da tempo aperto una vertenza a causa di paghe da 4,5 euro lordi l’ora nell'ambito di un appalto vinto con un ribasso del 25%. Non un caso isolato, visto che situazioni simili sono state denunciate in diverse città italiane in cui ha operato l’impresa dell’Assessore Bini - Rovereto, Bari, Alghero, Modena, Ferrara e altre - tra mancate riassunzioni e drastiche decurtazioni degli orari di lavoro che non consentono di mettere insieme il minimo per sopravvivere”. Nel caso dei 61 museali di Trieste, anche per i pochi che lavorano a tempo pieno, la paga mensile non supera i 650 euro, praticamente a livello della soglia di povertà che, secondo i dati ISTAT, nel 2021 per una persona singola si attesta in Italia a 629,29 euro. “Una realtà che stride con il ruolo di un Assessore alle attività produttive che dovrebbe promuovere il benessere del sistema economico della regione e quindi delle persone che la abitano. L’insieme delle retribuzioni di tutti i 61 lavoratrici e lavoratori museali di Trieste su base annua non ammonta neanche alla metà dell’imponibile dichiarato da Bini nel 2021, 845.626 euro. Una disparità tra ricchezza e indigenza, potere e sfruttamento che è un pugno nello stomaco e il segnale tangibile di una profonda ingiustizia sociale – conclude Brattoli -. È ora di dire basta, è venuto il momento di riequilibrare a favore del lavoro e delle persone comuni i rapporti di forza, mandando a casa una classe politica che fa gli interessi di una ristretta cerchia di privilegiati”.

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