Introduce l’assemblea aperta il segretario comunale del Pd (ex Sindaco) Gianfranco Pizzolitto che sottolinea subito il rischio che a Monfalcone si cristallizzino due città, quella dei nativi e quella degli immigrati (soprattutto bengalesi). Si tratta di evitare tale deriva attualizzando le potenzialità della città ed individuando dei percorsi affinchè ci sia una convergenza tra le due comunità civiche. Viene data la parola alla dott. Gianna D’Agostini già dirigente comunale delle Attività culturali/scolastiche e sportive dalla fine degli anni ottanta al 2015: quindi ha seguito tutto il percorso che in un quarto di secolo ha visto sorgere un apparato pubblico per le attività culturali tra i più importanti e strutturati nella fascia dei comuni italiani tra i 20 e i 30 mila abitanti, percorso ideato e attuato politicamente dal Centrosinistra con il PCI-PDS-DS-PD partito di maggioranza e con l’assessorato alla cultura). D’Agostini, frequentatrice della struttura, dà un lusinghiero giudizio sul suo funzionamento e sugli operatori molto qualificati, precisa che si tratta di una biblioteca di pubblica lettura e non di conservazione (come la Statale di Gorizia o la biblioteca del CCM di Ronchi), aperta nel 2005. Svolge una funzione di aggregazione (sala studi per ragazzi e giovani) e di integrazione (sezione multiculturale). Pizzolitto ricorda che si è trattato di un intervento molto consistente (6milioni di euro) sotto il profilo finanziario a sotto quello progettuale, così è stato anche per la ex Pretura (intervento finalizzato a funzioni amministrative), ora scambiare i ruoli significherebbe un grande spreco di iniziative e di risorse finanziarie. Quindi a tale riguardo D’Agostini ritiene assurda la proposta di spostamento e ricorda pure lei l’importanza del pool di architetti (Bruffato, Spigai) che ha elaborato il progetto. Dopo aver citato le altre fondamentali strutture per la cultura (il Teatro aperto nel 1983 con una dimensione internazionale grazie soprattutto al primo curatore musicale Carlo de Incontrera e poi la Galleria espositiva aperta nel 2002 con un progetto contemporaneista diretto da Andrea Bruciati dopo le dimissioni del quale non c’è più stata una direzione artistica) riguardo al Corso del Popolo esprime scetticismo sull’ipotesi di via dell’Arte. Ricorda che agli inizi del Duemila, in concomitanza con l’apertura della nuova Galleria espositiva, era stato allestito un comitato scientifico che aveva ideato il paradigma di “Monfalcone Cantieri dell’Arte” che si sarebbe sviluppato tra la nuova struttura di Piazza Cavour, il Palazzetto Veneto (dove si ipotizzava di realizzare il Museo archeo-paleontologico per valorizzare gli inestimabili e poco conosciuti beni paleontologici custoditi dalle due associazioni del settore), la Galleria Antiche Mura e il Rione di Panzano (un unicum in Regione tra le ville degli impiegati il villaggio operaio e i due “alberghi”, si ipotizzava l’intervento di sostegno all’operazione da parte di Fincantieri), il Corso del Popolo non è mai stato considerato un pregio sotto il profilo urbanistico ed architettonico, bensì un luogo vocato al commercio. Si trattava quindi di indicare luoghi dove valorizzare gli artisti locali (Galleria Antiche mura), altri luoghi dove valorizzare giovani artisti (Panzano), altri ancora da dedicare all’arte contemporanea (nuova Galleria). Il presidente dell’Ascom Antonelli (600 associati) parla di Monfalcone come di un laboratorio di integrazione a livello europeo, se ci sono problemi vanno cercate le soluzioni. Gli abitanti sono aumentati in dieci anni di 4mila unità (oggi sono circa 30mila e si profila il sorpasso di Gorizia), ma la condizione economica è peggiorata. Vede anche i possibili rischi di “integralismo” e di radicalizzazione anche se ritiene che quella bengalese sia una comunità pacifica, maggiori sarebbero stati i problemi con i nordafricani. Sono 50milioni i soldi spesi dagli stranieri sul territorio e l’ostilità nei confronti di Fincantieri è irresponsabile perché senza “la grande fabbrica” l’economia locale collasserebbe. La crisi del piccolo commercio si appalesa nella mancanza di ricambio generazionale, tanti i negozi sfitti e 50 i negozi etnici (bengalesi, romeni e cinesi); la città dei nativi è vecchia e bisogna lavorare con i ragazzi della generazione Z. Interviene Pizzolitto e afferma che il Corso, via del commercio quindi non dell’arte, può essere coperto con materiali lievi per essere utilizzato in ogni stagione e con ogni evento meteorologico. Si dovrebbe realizzare un progetto commerciale, dare prescrizioni rispetto l’arredo, chi partecipa può vincere se la proposta è conforme al progetto, si tratta poi di partecipare ad un corso di formazione. Interviene ancora Antonelli ricordando che per Monfalcone passano 50mila auto al giorno, serve qualità di offerta e si deve trovare una leva, qualcosa di forte sul tipo del “Tirimesu” che ha una eco vastissima ma che a Monfalcone è snobbato. Lamenta che non ci sia neppure nulla che riguardi le navi da crociera (e, mia osservazione ad Antonelli dopo la riunione, se si stenta ad approcciare le navi da crociera per il radicato fastidio nei confronti di Fincantieri si potrebbe “adottare” la nautica, in grande sviluppo e priva di quelle ben note criticità indotte dalla cantieristica navalmeccanica). Servirebbero poi nuovi parcheggi (via IX giugno). Interviene ancora Pizzolitto evocando la necessità di un progetto interistituzionale (Comune, Fincantieri, Regione con il benestare dello Stato) in modo tale che la città da caso divenga modello. Si registrano infine alcuni brevi interventi del pubblico; si segnala che manca un Piano del Commercio, che si devono incrementare i parcheggi dove non si dovrebbe pagare per tre ore, che si deve puntare ad una merceologia assente nei Supermercati, che vanno dati contributi per l’arredo, il Comune prende in affitto e poi dà in comodato ma poi si rileva che nessuno ha portato avanti questo progetto. Si accenna infine al recente Decreto Flussi caratterizzato da un numero record di ingressi, si parla anche di cantieristica, quindi il Territorio verosimilmente dovrà sopportare nuovi flussi migratori.
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