La vocazione di sviluppo della città è un punto fermo nello studio che il Comune di Monfalcone ha affidato a esperti per avere una piattaforma tecnico-scientifica in base a cui valutare i possibili impieghi dell’area della centrale A2A. È una due giorni all’insegna dell’illustrazione e dell’approfondimento quella che dedicata al futuro della tematica, tra l’odierna riunione della II Commissione consiliare e domani pomeriggio (venerdì 24) l’assemblea pubblica in Biblioteca "Verso quale futuro dopo la fine del carbone”.
“La decarbonizzazione è fondamentale, ma noi vogliamo essere consapevoli delle alternative, legate alla vocazione portuale e nautica della città ma anche dal punto di vista energetico, sempre però in un’ottica sostenibile e rinnovabile e tenendo conto dell’impatto anche sanitario e di sicurezza”, precisa il sindaco, Anna Maria Cisint, ribadendo concetti che sono espressi anche nella delibera di giunta contenente l'atto di indirizzo del Comune per la riconversione della centrale. Le linee seguite dall’amministrazione prevedono quindi la verifica e la valutazione di tutti gli approfondimenti sul possibile futuro dell’area, secondo quanto evidenziato dalla piattaforma preparata dai professionisti, rispetto alle ipotesi alternative di utilizzo. Tra gli impegni ai cui l’amministrazione intende fare fede, anche il mantenimento dei livelli occupazionali presenti al momento della dismissione del carbone.
“Da parte nostra siamo in piena attività, senza ostentazioni come fanno altri soggetti, nella convinzione che ognuno debba fare il suo. Riteniamo un presupposto fondamentale prepararci e formare la documentazione prima di agire e parlare, cosa che abbiamo fatto anche questa volta. Questo è il nostro stile”, conclude il sindaco, ribadendo la procedura utilizzata per la preparazione della piattaforma da parte degli esperti.
Tra i punti salienti dello studio la cui presentazione è imminente, vi è l’appetibilità della posizione della centrale, data la sua vicinanza al mare. Una collocazione strategica quindi come retroterra per il possibile sviluppo del porto. Nello studio si tiene presente anche l’aspetto più strettamente economico: in assenza di aiuti di stato connessi al capacity market, da un punto di vista finanziario la sostenibilità di una centrale diventerebbe alquanto precaria.
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