TRIESTE - Con “Trieste Estate” primo weekend di luglio fra jazz lirica cinema e divulgazione.
VENEZIA - Consiglio regionale diviso sul riconoscimento della Palestina.
La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità di alcuni articoli della legge toscana sulle concessioni balneari, intervenendo in un quadro normativo nazionale ancora incerto e profondamente divisivo. La sentenza, attesa da mesi, segna un nuovo capitolo in una vicenda che vede da tempo le Regioni e lo Stato centrale su posizioni spesso distanti, soprattutto rispetto alla gestione delle gare e alla tutela delle imprese storiche del comparto. Dal Palazzo del Pegaso arriva una reazione improntata al rispetto istituzionale, ma anche a un netto giudizio politico. “La sentenza della Corte non aggiunge né toglie nulla alla nostra legge – commentano il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e l’assessore al turismo Leonardo Marras –. Avevamo chiarito nell’articolato che ci saremmo adeguati immediatamente alla normativa nazionale, quando sarebbe arrivata. Ma resta il problema politico e pratico: la legge nazionale ha aggiunto confusione alla confusione, e il decreto attuativo proposto dal ministro Salvini non fa che confermarlo”. Per Giani e Marras, il cuore del problema resta la strumentalizzazione del tema a fini elettorali: “Invece di affrontare seriamente una delle questioni centrali del turismo italiano, si è scelta la via della propaganda. E i risultati si vedono: lo stallo normativo continuerà a generare effetti negativi per anni, con gravi ripercussioni su un settore che rappresenta un asset economico fondamentale per la Toscana e per l’intero Paese”. I due amministratori ribadiscono la correttezza del percorso regionale, sottolineando come la legge toscana fosse stata pensata proprio per offrire una cornice di certezza in assenza di una normativa statale chiara. “Avevano a disposizione una legge ben fatta – attaccano – e non sono riusciti neanche a copiarla”.
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