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Maggiore integrazione tra consultori familiari e centri antiviolenza. È quanto chiedono, con un’interrogazione, i consiglieri regionali Simona Lembi (Pd) e Giovanni Gordini (Civici), che sollecitano la Regione Emilia-Romagna a riconoscere formalmente i centri antiviolenza come soggetti rilevanti all’interno delle reti regionali di contrasto alla violenza nei luoghi di lavoro. L’atto ispettivo sottolinea come, in contesti organizzativi caratterizzati da forti relazioni gerarchiche – come il settore sanitario – episodi di molestie o violenza possano rimanere sommersi a causa di dinamiche di dipendenza, timore di ritorsioni e difficoltà a denunciare. Pur riconoscendo il valore della delibera regionale del 2025, che ha rafforzato il ruolo dei consultori familiari e previsto servizi di supporto psicologico in ambito sanitario, i due consiglieri rilevano come il protocollo non contempli ancora un coinvolgimento diretto dei centri antiviolenza, nonostante il loro riconoscimento a livello normativo. Da qui la richiesta alla Regione di valutare l’integrazione del protocollo con il contributo strutturato dei centri antiviolenza e di promuovere una collaborazione stabile con i consultori, così da garantire approcci complementari e un accesso più ampio alle vittime di violenza o molestie nei luoghi di lavoro.
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