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“Il disegno di legge delega approvato dal governo sullo scudo penale è un importante passo in avanti e una battaglia che come Cisl Medici abbiamo portato avanti, adesso la riforma non resti sulla carta ma diventi una concreta garanzia per tutti i medici e dirigenti sanitari”. Lo afferma Lucilla Boschero, segretaria regionale della Cisl Medici Lazio all’indomani dell’approvazione da parte del Consiglio dei ministri della riforma relativa alla tutela penale dei professionisti sanitari. “Tra i punti salienti, all’articolo 7 viene introdotto un significativo ampliamento del principio di non punibilità per i medici nei casi di responsabilità professionale, andando oltre quanto previsto dalla Legge Gelli-Bianco, la 24 del 2017 – aggiunge Boschero – Una norma che aveva sancito che il medico non fosse punibile per lesioni o omicidio colposo in presenza di colpa lieve, purché l’atto fosse stato compiuto nel rispetto di linee guida o buone pratiche clinico-assistenziali accreditate”. Cosa cambia, adesso? “L’articolo 7 del disegno di legge delega interviene rafforzando e ampliando questa impostazione, estendendo il principio di non punibilità in presenza di colpa lieve in molteplici contesti critici, riconoscendo come fattori esimenti le difficoltà oggettive in cui il professionista si è trovato ad operare”. Tra questi: carenza di personale, emergenze, urgenze, condizioni organizzative sfavorevoli. Al tempo stesso la norma, amplia l’ambito di applicazione anche a situazioni non espressamente coperte da linee guida, purché il sanitario abbia agito secondo scienza, coscienza e buone prassi consolidate. La colpa grave resta punibile, ma la soglia, anche in questo caso, è valutata in base al contesto oggettivo. La norma proposta, pertanto, istituzionalizza e stabilizza lo “scudo penale” che era stato adottato in forma temporanea durante l’emergenza pandemica da COVID-19. “Con il decreto si costruisce una tutela strutturale e permanente, fondata su un riconoscimento realistico delle condizioni operative in cui si trovano ad agire quotidianamente i professionisti del Servizio Sanitario Nazionale, garantendo un riequilibrio della responsabilità individuale alla luce delle responsabilità organizzative e sistemiche, oggi troppo spesso ignorate nei procedimenti penali – conclude la segretaria - Questa riforma è stata richiesta con forza dalla Cisl Medici per ridurre la pressione giudiziaria sul personale sanitario e, di conseguenza, contrastare l’abbandono del sistema pubblico, oggi sempre più fragile e sotto pressione, soprattutto nelle zone periferiche”.
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