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“Tutto il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, maggioranza e opposizione, ha votato l'abolizione delle province. Voglio ricordare agli smemorati del Friuli Venezia Giulia chi ha iniziato questo percorso: la riforma dello statuto del Friuli Venezia Giulia fu voluta dal centrodestra al governo della Regione e portata a compimento nel 2016 quando governava il centrosinistra, quando la presidente della Regione era la sottoscritta”. Lo ha detto la deputata dem Debora Serracchiani nell’aula di Montecitorio pronunciando la dichiarazione di voto finale sulla proposta di legge costituzionale “Modifiche alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1, recante Statuto speciale della Regione Friuli Venezia Giulia”. Serracchiani, che è stata presidente del Friuli Venezia Giulia, ha sostenuto che “l'identità delle quattro province non è mai stata messa in discussione, piuttosto è stata messa in discussione la necessità di un ente intermedio le cui funzioni non rispondevano ai bisogni dei cittadini”, evidenziando alla maggioranza che “in questa riforma costituzionale non ci dite cosa volete fare con quegli enti intermedi di cui non indicate né il nome né le funzioni e soprattutto da dove prendete le risorse”. Di qui l’accusa che l’elezione diretta venga introdotta “non per rispondere ai bisogni dei cittadini ma ai bisogni del ceto politico”. Nel merito delle modifiche allo Statuto Fvg, la deputata dem ha criticato “un emendamento fatto in commissione Affari costituzionali che non è venuto dal Friuli Venezia Giulia” con cui verrebbe “ridotta la possibilità di ricorrere al referendum popolare per confermare o no una legge elettorale” in contraddizione con il “voto popolare da santificare e da proteggere”. “Se è così importante per i cittadini del Friuli Venezia Giulia e in Italia riavere le province, perché non fate la legge nazionale? Forse perché – ha concluso Serracchiani - serve più di un miliardo di euro e i soldi non ci sono”.
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