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illycaffè conferma il proprio impegno accanto all’Arma dei Carabinieri nella lotta alla violenza di genere, rafforzando un percorso che unisce sensibilizzazione pubblica e formazione interna. L’azienda ribadisce il valore della prevenzione e dell’educazione come strumenti essenziali per costruire una cultura del rispetto. La collaborazione prevede la distribuzione nei bar clienti di materiale informativo dedicato al riconoscimento dei segnali di violenza, dai più difficili da individuare a quelli più evidenti, insieme ai recapiti utili per chiedere aiuto. Le locandine saranno esposte nei locali aderenti e un volantino sarà consegnato ai clienti insieme allo scontrino, con l’obiettivo di facilitare una più ampia consapevolezza dei comportamenti abusivi e delle modalità per superarli e denunciarli. Il 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’azienda organizzerà con l’Arma un incontro formativo rivolto ai dipendenti per fornire strumenti concreti di riconoscimento e prevenzione, con particolare attenzione ai cosiddetti “reati spia”, indicatori precoci che possono precedere episodi più gravi. «La violenza contro le donne è una grave ferita nella nostra società, che richiede un profondo cambiamento culturale» afferma Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè. «Denunciare è un passo difficile ma decisivo, perché solo così si attivano protezione e supporto. Con questa iniziativa vogliamo contribuire alla costruzione di una cultura fondata sul rispetto e sulla prevenzione». Il comandante della Legione Carabinieri Friuli Venezia Giulia, Generale Gabriele Vitagliano, sottolinea che ogni anno numerose donne si rivolgono all’Arma per denunciare maltrattamenti, stalking e abusi, ricordando come l’impegno dei Carabinieri non riguardi solo gli interventi immediati ma anche l’ascolto e la tutela delle vittime. Aggiunge inoltre che la lotta alla violenza di genere richiede un cambiamento culturale profondo che coinvolga istituzioni, scuole, associazioni e l’intera società. L’Italia, tra i primi Paesi a ratificare la Convenzione di Istanbul, ha affidato già dal 2009 all’Arma il compito di monitorare atti persecutori e violenti contro persone vulnerabili in base a un protocollo tra Difesa e Pari Opportunità, rafforzando così interventi e prevenzione.
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