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“Ci sono partiti di governo che pescano nel torbido, solleticano sentimenti negativi, confondono cause ed effetti.
Usando la propaganda, con metodi martellanti e aggressivi, a lungo andare mostrano la corda con risvolti ridicoli.
Un bell’esempio è stato fornito dai leghisti in piazza a Monfalcone il giorno 20 dicembre. La parlamentare Patriots, assieme a leghisti locali, aveva indetto una manifestazione per stigmatizzare la marcia del 2023, dove circa 8.000 persone avevano attraversato la città per chiedere rispetto e dignità. In piazza si son visti una cinquantina di leghisti che, in mezzo a baracchini e luminarie natalizie, inveivano contro la religione musulmana.
Una piccola platea impettita nel celodurismo d’antan, capitanata da una tizia che sparava slogan. Una anziana signora, vestita da ragazzina, che tuonava contro il pericolo islamico e contro il burka e la sottomissione delle donne, ignara della sottomissione ai diktat consumistici che obbligano le ultrasessantenni al botulino. Rappresentanti di una Lega che governa e firma accordi con Paesi musulmani per fornire manodopera ricattabile e a basso costo. Manodopera che, mentre i leghisti berciavano contro il pericolo islamico, girava per la piazza con un'aria spaesata. Una manodopera rappresentata da una grande quantità di uomini disancorati dal loro Paese. Monfalcone sarà il loro futuro prossimo: in questo posto ostile, disgregato socialmente, dovranno vivere, lavorare e trovare un senso alla faticosa realtà.
Da ultimo era intervenuto, da remoto forse per scaramanzia, il segretario della Lega. L'ultima volta, in presenza, lo avevano visto aggirarsi per il Pronto Soccorso in preda a irrefrenabili spasmi intestinali. Mentre il suo partito fiancheggia attivamente le politiche industriali di Fincantieri, dal video dice che ci “vuole un tavolo con Fincantieri” (ma va?) e conclude parlando della famiglia che viveva nella casa del bosco.
Monfalcone è un posto surreale, pieno di vite parallele, sembra un laboratorio, sembra un posto dove si sperimentano gli estremismi”.
Caffè Esperanto
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