E' una di quelle dichiarazioni che scuoterà molto gli animi dei cittadini di Monfalcone: Fratelli d'Italia, si capisce chiaramente, è favorevole alla riapertura della centrale a carbone e pare che ormai solo la Cisint e l'assessore Cauci con parte della loro maggioranza abbia a cuore la salute ed il benessere dei monfalconesi. Oggi nel palazzo della Regione Fvg, Fabio scoccimarro è così intervenuto sull'A2:
"E' ancora in corso il procedimento di riesame dell'Aia di competenza statale. Sono state nominate varie
commissioni coordinate dal ministero della Transizione ecologica
con Enti locali e associazioni, ma non è ancora convocata la
conferenza dei servizi. Il decreto interministeriale di
compatibilità ambientale è attualmente impugnato davanti al
presidente della Repubblica dal Comune di Monfalcone". E' un
discreto pantano burocratico quello che separa la centrale a
carbone A2a di Monfalcone dalla riaccensione per compensare la
richiesta nazionale di energia, dipinto nella risposta
dell'assessore regionale alla Difesa dell'ambiente del Friuli
Venezia Giulia, Fabio Scoccimarro, in commissione Ambiente del
Consiglio regionale.
A sollevare la questione sul futuro della centrale di
Monfalcone, fino a ieri in bilico tra dismissione e riconversione
a gas, e oggi davanti a una possibile riaccensione a carbone, è
il capogruppo Pd Diego Moretti, che evidenzia come il Comune di
Monfalcone, guidato dalla leghista Anna Maria Cisint, ha chiesto
ad A2a di anticipare di due anni la dismissione, e cerca di
bloccarne la conversione. Intanto Terna ha individuato le 5-6
centrali a carbone che vanno riattivate, di cui una è appunto
quella di Monfalcone che oggi ha una parte dei lavoratori in
cassa integrazione, mentre la Regione ha intrapreso l'iter di
chiusura della centrale al 31 dicembre scorso, convocando un
tavolo politico, di cui però, evidenzia Moretti, da maggio 2021
non si sa più nulla.
"Avendo dichiarato il presidente del
Consiglio Draghi che, se uno vuole fare la doccia calda alla
sera, le centrali a carbone vanno riattivate- replica
Scoccimarro-, posto che il carbone è possibile reperirlo in parti
del mondo diverse e anche in Europa in certe quantità, il rischio
che l'impianto di Monfalcone venga riattivato, dopo che abbiamo
sempre espresso la volontà di chiudere la centrale a carbone, è
concreta", conferma.
La linea della giunta tuttavia non è ancora cambiata,
evidenzia l'assessore, ed "è quella dello sviluppo sostenibile.
Sulla centrale sono numerosi gli iter in corso di competenza
statale, vista la strategicità nazionale e anche la potenza,
mentre gli uffici della direzione Ambiente predispongono gli atti
tecnici per i ministeri e per la componente politica impegnata a
trovare l'accordo tra A2a e Comune di Monfalcone", conclude
Scoccimarro, di fatto lasciando intendere che è l'Amministrazione
comunale lo scoglio da superare.
Potrebbe piacerti anche...
Non ci sono media correlati